W LA LIBERTA' DI PENSIERO DI UN OPERAIO METALMECCANICO !!!
Quando ho fame, mangio. Quando ho sete, bevo. Quando sento di dover dire qualcosa, la dico...
Krista Gordon: Che cosa c'è nella società che ti delude tanto, me lo puoi dire? Elliot: "Ah, non lo so. Forse è il fatto che tutti pensiamo che Steve Jobs fosse un grande uomo anche dopo aver saputo che ha fatto miliardi sulla pelle dei bambini; oppure che ormai sappiamo che tutti i nostri eroi sono dei falsi, tutto il mondo non è altro che un imbroglio. Ci spammiamo l'un l'altro intere cronache su delle stronzate mascherandole da opinioni, usando i social media come surrogato dell'intimità. Forse abbiamo votato perché fosse così; non con le elezioni ma con le cose, le proprietà, i soldi. Non è una novità, sappiamo perché lo facciamo; non certo perché i libri di Hunger Games ci rendano felici, ma perché vogliamo essere sedati, perché fa molto male non fare finta, perché siamo dei codardi! Fanculo la società!”
"La Montagna Sacra" (titolo originale: The Holy Mountain), diretto da Alejandro Jodorowsky nel 1973, è un film denso di simbolismo, misticismo e allegorie, che sfida le convenzioni narrative tradizionali per esplorare temi spirituali, sociali e politici. Ecco alcuni punti chiave per comprendere il significato di quest'opera:
1. Il Cammino Spirituale
Il film ruota attorno a un viaggio verso l'illuminazione. La trama segue un protagonista, chiamato il "Ladro", che rappresenta l'umanità in cerca di risposte alle grandi domande dell'esistenza. Incontra un Alchimista (interpretato dallo stesso Jodorowsky) che lo guida, insieme a un gruppo di persone, in un percorso di trasformazione spirituale. L'obiettivo è raggiungere la cima della Montagna Sacra, simbolo della conoscenza suprema e dell'autorealizzazione.
2. Critica Sociale e Politica
Attraverso immagini surreali e provocatorie, il film analizza vari aspetti della società:
Materialismo e corruzione: La cultura del consumo e l'avidità sono rappresentate da immagini grottesche e distopiche.
Religione e autorità: Viene criticata l'ipocrisia delle istituzioni religiose e politiche, accusate di manipolare le masse per il proprio profitto.
La guerra e la violenza: Numerose sequenze mostrano le conseguenze distruttive dell'ambizione e della sete di potere.
3. Simbolismo e Alchimia
Il film è profondamente radicato nei concetti dell'alchimia:
Trasformazione interiore: Il viaggio dei personaggi riflette i processi alchemici di purificazione e sublimazione, trasformando il "piombo" della loro vita in "oro" spirituale.
I sette pianeti e gli archetipi: I compagni del Ladro sono associati a pianeti del sistema solare e rappresentano difetti e virtù umane universali.
4. Il Finale e il Concetto di Illusione
Il finale del film è un momento di svolta metafisico: i personaggi scoprono che la vetta della montagna e la ricerca stessa erano illusioni. L'Alchimista rompe la "quarta parete" e rivela che tutto ciò che hanno vissuto era un film, invitando il pubblico a cercare la propria realtà e a emanciparsi dall'illusione. Questo gesto sottolinea il messaggio principale del film: la vera illuminazione non viene da una meta esterna, ma da un cambiamento interiore.
5. Estetica e Psicomagia
Jodorowsky utilizza immagini surreali, simboli esoterici e una messa in scena teatrale per stimolare lo spettatore non solo razionalmente ma anche emotivamente e spiritualmente. Molte scene servono a "guarire" lo spettatore da traumi culturali e personali, una pratica che Jodorowsky definisce psicomagia.
Conclusione
"La Montagna Sacra" è un viaggio visivo e spirituale unico, che invita gli spettatori a riflettere sulla natura della realtà, sul senso della vita e sulle strutture che governano la società. Il film è volutamente ambiguo e aperto a molteplici interpretazioni, spingendo ciascuno a trovare il proprio significato.
La foto è un esempio di meme o provocazione concettuale, che gioca su paradossi e accuse estreme. Per interpretarla, bisogna considerare il contesto sociale e politico da cui potrebbe derivare. Ecco alcune chiavi di lettura:
1. Riferimento alla percezione e alla realtà
L'immagine di una mela con la scritta "questa è una banana" richiama il classico paradosso della verità contro l'apparenza. È un modo per mettere in discussione la realtà oggettiva e suggerire che qualcuno stia cercando di imporre una narrazione contraria a ciò che sembra evidente.
Questo richiama anche il concetto artistico di René Magritte nel suo dipinto "Ceci n'est pas une pipe" (Questa non è una pipa), che riflette sul rapporto tra rappresentazione e realtà.
2. L'accusa di antisemitismo
La frase "se vedi una mela sei antisemita" aggiunge un livello di provocazione. L'antisemitismo è un'accusa grave e giustificata in molti contesti, ma in questo caso sembra essere usata in modo iperbolico o satirico, forse per criticare come alcune accuse siano percepite come strumentalizzate o utilizzate in modo arbitrario.
Questo tipo di retorica potrebbe anche ironizzare su dinamiche di discussione online o politiche, dove accuse gravi vengono talvolta lanciate in modo sproporzionato per zittire opinioni contrarie.
3. Significato possibile nel contesto politico o sociale
Potrebbe essere una critica alla manipolazione del linguaggio o alla percezione della realtà nei dibattiti pubblici, dove chi non accetta una certa narrazione viene etichettato in modo estremo.
Oppure, potrebbe essere una riflessione sulle tensioni legate alla libertà di parola, al relativismo culturale o a fenomeni di censura.
4. Satira e trolling
Infine, è anche possibile che l'immagine sia un semplice atto di trolling o satira, progettato per confondere o suscitare reazioni estreme. Molti meme sono creati proprio con lo scopo di generare discussioni o provocazioni senza un significato profondo.
In sostanza, questo meme potrebbe essere un modo per stimolare la riflessione sulla comunicazione, sul significato delle parole, e sull'uso (o abuso) delle accuse nei dibattiti pubblici.
Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? di Bertolt Brecht
Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì ? Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra? Babilonia distrutta tante volte, chi altrettante la riedificò ? In quali case, di Lima lucente d’ oro, abitavano i costruttori? Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia, i muratori? Roma la grande è piena d’ archi di trionfo. Su chi trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide, la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando aiuto ai loro schiavi. Il giovane Alessandro conquistò l’ India da solo? Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco? Filippo di Spagna pianse quando la flotta gli fu affondata. Nessun altro pianse? Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi oltre a lui l’ ha vinta? Una vittoria ogni pagina. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grand’ uomo. Chi ne pagò le spese ?
Quante vicende, tante domande.
Il poema "Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?" di Bertolt Brecht è un'opera che invita alla riflessione critica sulla storia ufficiale e sui suoi protagonisti. Brecht pone domande scomode, chiedendo chi siano i veri artefici delle grandi opere e delle conquiste che vengono attribuite ai grandi nomi: re, imperatori, condottieri. Dietro i fasti della storia, il poeta vuole portare alla luce il lavoro, la sofferenza e i sacrifici delle masse anonime — i muratori, i cuochi, i soldati, i servi, gli schiavi.
Significato del poema
Brecht sovverte la narrazione tradizionale della storia, che spesso esalta le gesta dei potenti ignorando chi ha realmente costruito le città, combattuto le guerre o sostenuto le imprese. Le domande retoriche come "Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?" o "Chi cucinò la cena della vittoria?" sottolineano l'invisibilità del lavoro collettivo nella storiografia dominante.
Attraverso questo approccio, Brecht denuncia:
La disuguaglianza sociale: Le grandi imprese sono spesso costruite sulla fatica e sul sangue delle classi meno privilegiate.
La memoria selettiva della storia: Vengono ricordati i "grandi uomini" mentre i loro collaboratori o subordinati sono dimenticati.
La critica al potere: Brecht mostra come il potere e la gloria siano sempre sostenuti da chi non riceve riconoscimenti.
Stile
Il poema utilizza uno stile apparentemente semplice e diretto, ma ogni domanda è profondamente ironica e polemica. Brecht costringe il lettore a riflettere sull'ingiustizia della storia raccontata e su come le masse siano sempre state sfruttate per il beneficio di pochi.
In sintesi, "Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?" è un manifesto contro l'ingiustizia storica e sociale, un invito a riscrivere la storia dando voce e merito a chi è stato silenziato.
Il 23 novembre 2024 centinaia di comunisti da tutta Italia (e non solo) si riuniranno a Roma in una grande assemblea per dare vita al Partito Comunista Rivoluzionario. In questo video Alessio Marconi, dell'esecutivo nazionale di Sinistra Classe Rivoluzione, risponde ad alcune domande sul lancio di questo nuovo partito.
Se vuoi unirti a noi in questa campagna e nell'assemblea del 23 novembre a Roma, vai su:
La differenza monumentale tra fascismo e comunismo si trova principalmente nella loro ideologia di base, nella visione della società e dell'economia, e nei mezzi con cui cercano di raggiungere i loro obiettivi.
1. Ideologia
Fascismo: È un'ideologia ultranazionalista che enfatizza l'autorità dello Stato, la supremazia della nazione o della razza, e il culto del leader. Il fascismo è spesso anti-democratico, anticomunista, e vede la società organizzata in una gerarchia rigida dove lo Stato ha il controllo assoluto.
Comunismo: È un'ideologia basata sull'uguaglianza economica e sociale, che mira all'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione. Il comunismo promuove una società senza classi, in cui i beni sono condivisi e le risorse distribuite equamente.
2. Visione dell'economia
Fascismo: Non abolisce la proprietà privata, ma sottopone l'economia al controllo dello Stato. Si tratta di un sistema corporativo, in cui imprese e lavoratori devono collaborare per il bene dello Stato. In pratica, i capitalisti mantengono la proprietà, ma operano secondo le direttive statali.
Comunismo: Mira a eliminare la proprietà privata e a sostituirla con la proprietà collettiva. Lo Stato (almeno nella fase iniziale) controlla tutti i mezzi di produzione e distribuisce risorse in base ai bisogni.
3. Visione della società
Fascismo: È elitario e gerarchico. Crede che alcune persone, razze o nazioni siano intrinsecamente superiori ad altre. Il concetto di "forza" e di "sopravvivenza del più forte" è centrale.
Comunismo: È egalitario. Cerca di abolire le distinzioni di classe e promuove la parità di diritti e opportunità per tutti.
4. Libertà individuale
Entrambi i sistemi tendono a sopprimere le libertà individuali, ma per motivi diversi:
Il fascismo lo fa per mantenere l'ordine e il controllo a beneficio dello Stato.
Il comunismo lo fa per raggiungere la sua utopia collettivista.
5. Nemici ideologici
Fascismo: Il comunismo è spesso il suo nemico principale, insieme al liberalismo e alla democrazia.
Comunismo: Considera il capitalismo e l'imperialismo i suoi principali avversari.
6. Obiettivi finali
Fascismo: La creazione di uno Stato forte e unificato, che esprima la "volontà" della nazione.
Comunismo: La creazione di una società senza classi, senza Stato e senza disuguaglianze economiche.
7. Contesto storico
Il fascismo è emerso come reazione al comunismo e al liberalismo nel periodo tra le due guerre mondiali (1920-1940).
Il comunismo, basato sugli scritti di Karl Marx e Friedrich Engels, ha avuto origine nel XIX secolo come risposta all'industrializzazione e alle disuguaglianze sociali create dal capitalismo.
In sintesi, mentre il fascismo è ultranazionalista, gerarchico e focalizzato sulla potenza dello Stato, il comunismo è internazionalista, egalitario e orientato alla redistribuzione della ricchezza.
“Sacrificare le masse contro l’estinzione” l’Elon-pensiero
invade Washington
«Se non prendo decisioni in fretta, moriamo». Elon Musk ha
detto proprio così a Walter Isaacson – l’ex caporedattore di Time già Ceo di
Cnn – che un anno fa gli ha dedicato la biografia considerata il suo ritratto
più intimo. Una frase che ben sintetizza la convinzione del contro-verso
imprenditore, con il sogno di colonizzare Marte «prima che la ci-viltà crolli»,
di appartenere a una élite tecnologica e finanziaria la cui missione è
scongiurare la fine dell’umanità. Usando la scienza per tra-scendere limiti
corporei (Neuralink e OpenAi) e conquistare pianeti (Space X) ma anche
prosaicamente facendo più figli (lui ne ha ben 11). Con il fine di assecondare
una visione di futuro da imporre a tutti i costi.
Non è fantascienza, sebbene proprio in quella ha radici il
pensiero di Musk (avido lettore del Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov e
della Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams), ma l’estremizzazione
di tesi care a certi miliardari di Silicon Valley basate sul cosiddetto
“lungotermismo” nella versione del pensatore William MacAskill, autore di What
We Owe to the Future, co-sa dobbiamo al futuro. Dove si predica che il
benessere delle generazioni future, anche remote, vale quanto quelle di oggi.
Obiettivo cruciale è evitare l’estinzione sia pur a costi altissimi: diventa
cioè più importante pensare cosa far mangiare ai bisnipoti che agli affamati a
noi contemporanei. E contano più gli investimenti sui viaggi interplanetari che
quelli sui cambiamenti climatici. Principi che celano pulsioni elitiste e
autoritarie e perfino l’accettazione di agenti del caos. Sì, perché per andare
in quella direzione è opportuno affidarsi a chi controlla la tecnologia ed è
capace di “marciare” verso il futuro a dispetto del dolore seminato lungo il
percorso.
Non a caso nei circoli dei miliardari hi-tech si discute pure
di un altro libro: The Managerial Revolution, scritto nel 1941 del filosofo
James Burnham dove si anticipa lo scontro fra Ceo conservatori e dipendenti
progressisti.
Ovvero quel “Woke” – che sta “risveglio” e indica una gamma
di posizioni identitarie, dal femminismo all’opposizione al razzismo – che Musk
bolla come “virus” da sradicare ed è base pure delle sue forti posizioni
antisindacali. La conseguenza è contenuta nelle teorie tecno-monarchiche
teorizzate dal blogger imprenditore Curtis Yarvin: l’idea del “Ceo-dittatore”.
Il tutto in chiave sempre più misti-ca. Fedele, è proprio il
caso di dirlo, alla sua fama di visionario, l’imprenditore sudafricano (educato
all’anglicanesimo) di recente sta pure mischiando opinioni e fede: «Il cristianesimo
è diventato inefficace. Morirà se non si avrà più coraggio nel di-fendere
quanto è giusto e leale», ha scritto questa estate. L’ossessione è sempre
quella di mettere un freno al pensiero liberal, che poi per molti è ciò che lo
ha spinto a comprare Twitter, l’uccellino dove tutti aveva-no una voce, e a
trasformarlo nell’o-scuro X: «Serve una nuova filosofia del futuro, basata
sulla curiosità ver-so l’Universo. Dobbiamo espandere l’umanità per vedere cosa
c’è fuori, diventare una specie multiplanetaria e interstellare. È compatibile
con le religioni esistenti: Dio vuole che vediamo il Creato». Sopravvivere ad
ogni costo: Dio lo vuole. — A. Lo.
ELON MUSK by Klod Nagal
Mi sono visto un bel po’ di documentari e inchieste su Elon Musk, una lunga bella e interessante intervista al biografo Walter Isaacson che lo ha seguito per due anni, e mi sono fatto l’idea che egli non sia consapevole del ruolo che svolge. Nel video di ieri ho detto che dovrebbe esserlo, visto che è un genio, ma forse non lo è. Voglio dire, forse non sa di essere una delle pedine fondamentali dell’Agenda Arconte e se lo sa, finge bene di non saperlo.
La sua personalità è estremamente complessa e spesso imprevedibile, con conseguenze gravi, pericolose e assurde per le persone che lo circondano. Non è un cattivo di natura e secondo me non è un robot, cyborg, alieno, ibrido, clone o cose del genere, suggerite da quella controinformazione che la fa sempre fuori dal vaso, invalidando così sempre e sistematicamente ogni tipo di indagine svolta. I pesantissimi traumi che gli ha inferto il padre li ha iniziati ad elaborare pochi mesi fa, quando il biografo Isaacson è riuscito finalmente a farlo parlare della sua infanzia, cosa che non aveva mai fatto prima. Chiama i suoi numerosi figli (fatti in provetta) con codici alfanumerici. Dedito all’uso sconsiderato di droghe e allucinogeni, a festini privati di lusso e a una vita sociale priva dell’interazione empatica a causa del suo autismo, ha bisogno del dramma e del conflitto interiore per sopravvivere.
Credo che sia guidato da un qualcosa, che qualcosa gli suggerisca nella mente cosa fare. Stiamo parlando del più grande genio mai apparso sulla terra, diventato in poco tempo uno dei padroni del mondo, il più ricco del mondo, quello più talentuoso, spregiudicato e pazzo in mezzo a tanti.
Da quando ha comprato Twitter (ora X), in cui aveva promesso la libertà di parola, ha fatto il contrario di quanto promesso, aumentando di fatto la censura governativa come dimostra l’indagine fatta da Johnny Harris. Motivo per cui c’è da credere che le premesse iniziali di Neuralink verranno facilmente sovvertite quando sarà il caso di compiere scelte etiche globali. Lo fa regolarmente e chi non si allinea ai suoi costanti e improvvisi cambi di umore o di idea, viene licenziato immediatamente. Nel 2014 disse che giocare con l’intelligenza artificiale significa “evocare il demonio”, nel 2024 è il maggior investitore in questo campo. Come e in quale modo sarà decisivo nel costringere l’umanità al nuovo ordine mondiale lo scopriremo strada facendo. L’umanità è nelle mani di questo signore, con le mani in pasta letteralmente ovunque, e siccome la squadra di Trump farà molte cose buone e utili, sarà spesso difficile intravedere la traiettoria sotterranea dell’Agenda Arconte. La cosa buona è che ogni vicenda importante mostra le diverse fasi di risveglio delle persone e questo implica una costante separazione da coloro che sono a fasi superate di questo processo. C’è molto fanatismo intorno a Trump, anche in certi cosiddetti risvegliati e in buona parte della controinformazione, non ho nulla da spartire con le scimmie. Personalmente provo una certa simpatia sia per Trump che per Musk, perché a me piacciono le persone assolutamente folli, carismatiche e spregiudicate. Questo non significa che non abbia compreso quale ruolo svolgono veramente. È anche possibile che la profezia dei Simpson si avveri, ossia che Trump venga fatto fuori da qualcuno, in quel caso vedremo come Musk proseguirà il suo piano di sterminio della residua libertà umana in questo mondo, o meglio, come i demoni gli suggeriranno di farlo.
Lo vedremo. Lo vedremo giorno per giorno e realizzarsi molto presto.
Sono un operaio metalmeccanico e venerdì 18 ottobre 2024 parteciperò allo sciopero, soprattutto perché noi operai del settore siamo diventati invisibili. Lo sciopero è rimasto la nostra unica forma di protesta, ma io lo considero l’unico mezzo che ci permette di farci sentire e vedere.
Nella zona industriale di Bari la crisi è profonda, e non riguarda solo il settore automotive. La mia azienda, per esempio, non produce solo componenti per auto, ma anche per il movimento terra. Le guerre in corso in diverse parti del mondo non fanno che peggiorare la situazione.
Ma ci chiediamo: davvero si pensa che la transizione ecologica sia un bene per tutti? Davvero si crede che un'auto elettrica non inquini? L'Unione Europea ha confermato lo stop alla vendita di veicoli alimentati a benzina, diesel e biocarburanti a partire dal 2035. Ma siamo sicuri che solo l'Europa inquini? Che dire della Cina? Degli Stati Uniti? Dell'Asia? Noi europei ridurremo le nostre emissioni, ma il resto del pianeta continuerà a inquinare?
Dati scientifici dimostrano che non riusciremo mai a produrre abbastanza energia elettrica per alimentare tutte le auto elettriche nel mondo. Il futuro del settore automotive deve passare attraverso una transizione ben governata, che non sia solo energetica, ma anche sociale e occupazionale. È fondamentale tutelare i diritti dei lavoratori e preservare i livelli occupazionali.
Il settore metalmeccanico si trova in una situazione delicata e il rinnovo del contratto nazionale è cruciale per dare risposte concrete ai lavoratori. Servono aumenti salariali significativi e una riduzione dell'orario di lavoro, per bilanciare meglio i tempi di vita e di lavoro.
Gli effetti negativi che vediamo oggi nel settore auto in Italia non sono una diretta conseguenza della transizione verso l'elettrico, ma delle scelte mancate da parte dei Governi. La scadenza del 2035 è stata concordata da tutti gli Stati europei, e ora si parla di fare un passo indietro. Questa confusione sta uccidendo l'intera filiera, con il rischio di perdere decine di migliaia di posti di lavoro.
Lo sciopero del 18 ottobre sarà un momento decisivo: o si cambia rotta, o si va incontro a un disastro. E noi non possiamo permetterlo.
Il 7 Maggio 2019, la scienza ha stabilito che "Don't Stop Me Now" dei Queen é la canzone che puó farti stare meglio in assoluto.
"Don't Stop Me Now" dei Queen si aggiudica il primo posto nella classifica delle canzoni che hanno un impatto positivo sull’umore.
Secondo uno studio condotto dal neuroscienziato cognitivo Jacob Jolij dell'Università di Groningen, questa celebre traccia è la più incoraggiante del mondo.
La ricerca, commissionata da un noto brand di elettronica, ha analizzato diversi fattori, tra cui i battiti al minuto, la tonalità e gli accordi della canzone.
Secondo Jolij, combinando questi elementi si ottiene la formula per la perfetta ‘feel-good song’.
Ecco la top 10 delle canzoni che mettono di buon umore secondo lo studio:
Queen - Don't Stop Me Now
ABBA - Dancing Queen
Beach Boys - Good Vibrations
Billy Joel - Uptown Girl
Survivor - Eye of the Tiger
The Monkees - I'm a Believer
Cyndi Lauper - Girls Just Want to Have Fun
Bon Jovi - Livin' on a Prayer
Gloria Gaynor - I Will Survive
Katrina & the Waves - Walking on Sunshine
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