W LA LIBERTA' DI PENSIERO DI UN OPERAIO METALMECCANICO !!! Quando ho fame, mangio. Quando ho sete, bevo. Quando sento di dover dire qualcosa, la dico...
venerdì 30 marzo 2012
L'Art. 18 non si tocca - Maurizio Landini
L'articolo 18 non si tocca, il Paese ha bisogno di crescita non di licenziamenti.
La libertà di licenziare non favorisce lo sviluppo, non dà lavoro ai giovani e rende sempre più ricattabili i lavoratori.
lunedì 26 marzo 2012
Totò Truffa = Monti Truffa
Monti si è presentato agli italiani con tante belle parole, equità, eliminazione dei privilegi delle caste, giustizia sociale... in meno di 4 mesi invece l'unica cosa che ha fatto è istituire un vagone di nuove tasse e aumentare quelle esistenti.
Lo scandalo più evidente è la benzina: aumentata al punto da far ridurre agli italiani l'uso dell'automobile, con il "magnifico" risultato che ANZICHE' AUMENTARE IL GETTITO, LO STATO CI RIMETTERA' 581 MILIONI DI EURO.
Ha purgato il ceto medio - basso, facendo regali al sistema bancario e finanziario, ultimo in ordine cronologico quello da 2.500.000.000€ a Morgan Stanley - ovviamente con il silenzio assenso di centrodestra, centrosinistra e centro e dei loro fedeli mass media...
Mentre dei famosi "tagli" non ne abbiamo visto nemmeno l'http://www.blogger.com/img/blank.gifombra... anzi la cosa più GRAVE è che hanno fatto FINTA di effettuarli, una manovra mediatica resa possibile dalla complicità della stampa, il 95% della quale è controllata - direttamente o indirettamente - da PD,PDL e UDC - terzo polo:
E' UN BLUFF il famoso "taglio degli onorevoli stipendi" ed è un BLUFF il taglio delle famigerate auto blu, cancellate per decreto e reinserite con un bando - roba da far ACCAPPONARE la pelle... ma la maggioranza degli italiani - quelli che prendono per vangelo quanto detto dalle TV o quanto letto sui quotidiani - sono convinti che i tagli ci siano stati...
Tranne la foto, la fonte : http://www.nocensura.com/
giovedì 22 marzo 2012
Cosa succederà senza l'articolo 18 ?
Devo condividere per la prima volta nella mia vita le parole di un prete. Riporto una parte di un articolo di Repubblica...
"Il lavoratore non è una merce. Non lo si può trattare come un prodotto da dismettere, da eliminare per motivi di bilancio". Così monsignor Giancarlo Bregantini, capo-commissione Cei per il Lavoro, sulla riforma Fornero. "Servivano più tempo e più dialogo. In politica - dice a Famiglia Cristiana - l'aspetto tecnico sta diventando prevalente sull'aspetto etico. La modalità con cui è ipotizzato il licenziamento economico potrebbe rivelarsi infausta. Nemmeno il giudice può intervenire ed é facilissimo che si arrivi in tutto il Paese a un clima di paura generalizzata". Monsignor Bregantini si dice "dispiaciuto" nel vedere la Cgil "lasciata fuori da questa riforma. Un fatto che viene quasi dato come scontato, quasi che il primo sindacato italiano per numero di iscritti non sia una cosa preziosa per una riforma del lavoro". Parole che convincono Rosy Bindi: "Grazie per averci ricordato che il lavoratore non è una merce e che le riforme richiedhttp://www.blogger.com/img/blank.gifono tempo e l'accordo di tutti" afferma il presidente dell'assemblea nazionale del Pd. ''La Conferenza Episcopale Italiana segue con attenzione le trattative in corso, confidando nel contributo responsabile di tutte le parti in campo, al fine di raggiungere una soluzione, la più ampiamente condivisa'', ha detto poi, in una dichiarazione, il portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili.
http://www.repubblica.it/politica/2012/03/22/news/alfano_reazioni-32002012/?ref=HREA-1
http://www.repubblica.it/economia/2012/03/22/news/articolo_18_ecco_come_cambier-32001918/?ref=HREA-1
lunedì 19 marzo 2012
Riflessioni di Che Guevara
O siamo capaci di sconfiggere le idee contrarie con la discussione, o dobbiamo lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere le idee con la forza, perché questo blocca il libero sviluppo dell'intelligenza.
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
E' sempre invincibile un popolo che abbia chiara coscienza delle proprie forze e in mano le armi per difendersi; restando uniti al governo, questa è la nostra lezione più grande da dare al mondo.
La rivoluzione non è altro che la liberatrice della capacità individuali dell'uomo.
Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo.
Contro l'Imperialismo sempre!!! L'imperialismo non può mutare è per sua natura aggressivo, anarchico, contraddittorio e perfino incoerente. Ma deve cercare nuove vie per trovare il modo di sopravvivere. Sta provando tutte le manovre, mentre cammina sull'orlo di una guerra mondiale, che segnerà la sua definitiva scomparsa.
Se ci aggrediranno, dovremo difenderci; se le bombe nemiche distruggeranno ciò che ci appartiene, certamente dopo la vittoria lo ricostruiremo!
Il proletario non ha sesso; E' l'insieme di tutti gli uomini e di tutte le donne che, in ogni posto di lavoro del Paese, lottano coerentemente per ottenere un fine comune.
Abbiamo imparato con la rivoluzione, che quando in Cile, Argentina, Cuba, Vietnam, in qualsiasi altro Paese del Mondo, vi è un uomo oppresso o ferito, in quel momento è intaccata la nostra dignità.
Bisogna essere duri senza dimenticare la tenerezza.
I giovani sono il materiale essenziale della nostra opera, e in essi riponiamo le nostre bandiere, perchè sono loro che un giorno riceveranno le nostre bandiere bucherellate.
Sono Cubano e sono anche Argentino. Sono patriota dell'America Latina, di qualsiasi paese dell'America Latina, nel modo più assoluto, e qualora fosse necessario sarei disposto a dare la mia vita per la liberazione di qualsiasi paese Latino-Americano, senza chiedere niente a nessuno, senza approfittare di nessuno.
Nessuna persona nell'intero mondo può sentirsi libera se c'è una sola persona in catene.
Non siamo i depositari della verità, nè di tutta la sapienza del mondo, e dobbiamo imparare giorno per giorno, e nel momento in cui smetteremo di apprendere, o crederemo di sapere tutto, o avremo perso la capacità di capire il popolo e la sua gioventù, quello è il momento in cui avremo smesso di essere dei rivoluzionari.
Vale milioni di volte di più la vita di un solo essere umano che tutte le proprietà dell'uomo più ricco della terra
Se io muoio, non piangere per me: fai quello che facevo io e continuerò a vivere in te.
Non permetto che si semini la divisione, perché i fratelli che litigano - diceva Martìn Fierro - sono facile preda dei nemici". E l'impero conosce bene questa massima popolare, che il poeta ha semplicemente trascritto; l'impero sa che bisogna dividere per vincere.
La durezza di questi tempi non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori.
Non ci si deve limitare a interpretare la natura, occorre trasformarla; l'uomo cessa così di essere schiavo e strumento del mezzo e diventa architetto del proprio destino.
Sono in grado di sentire dentro di me le sofferenze di qualsiasi popolo americano, anzi, di qualsiasi popolo del mondo.
Ricordatevi, comunque, che la rivoluzione è la cosa più importante e che ognuno di noi, da solo, non vale niente. Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi qualsiasi ingiustizia commessa contro qualsiasi persona, in qualsiasi parte del mondo.
Potrebbe accadere che in alcuni di questi giorni ci sia dato lasciare il nostro ultimo respiro, su qualsiasi terra di questa nostra America, tanto nostra perché innaffiata col nostro sangue. Cosa contano i pericoli e i sacrifici di un uomo o di un popolo, quando è in gioco il destino dell'intera umanità?
Vi chiedo di essere essenzialmente umani, ma così umani da avvicinarvi al meglio di ciò che è umano, purificare il meglio dell'uomo attraverso il lavoro, lo studio, l'esercizio della solidarietà continua con il popolo e con tutti i popoli del mondo".
Mira sempre alla vittoria! (Hasta la victoria siempre!)
Le battaglie non si perdono, si vincono sempre.
Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare.
Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.
Ogni nostra azione è un grido di guerra contro l'imperialismo, è un appello vibrante all'unità dei popoli contro il grande nemico dei popoli: gli Stati Uniti d'America. In qualunque luogo ci sorprenda la morte, che sia la benvenuta, purché il nostro grido di guerra giunga a un orecchio ricettivo, e purché un'altra mano si tenda per impugnare le nostre armi e altri uomini si apprestino a intonare canti di morte con il crepitio delle mitragliatrici e nuove grida di guerra e di vittoria.
L'odio come fattore di lotta, l'odio intransigente per il nemico, che spinge l'essere umano oltre i limiti naturali e lo trasforma in un'efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così; un popolo senza odio non può trionfare su un nemico brutale.
venerdì 16 marzo 2012
Articolo 18
Questo il testo dell'articolo 18 della costituzione italiana.
Ferma restando l'esperibilità delle procedure previste dall'art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice, con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'art. 2 della legge predetta o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno subito per il licenziamento di cui sia stata accertata la inefficacia o l'invalidità a norma del comma precedente. In ogni caso, la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione, determinata secondo i criteri di cui all'art. 2121 del codice civile. Il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al comma precedente è tenuto inoltre a corrispondere al lavoratore le retribuzioni dovutegli in virtù del rapporto di lavoro dalla data della sentenza stessa fino a quella della reintegrazione. Se il lavoratore entro trenta giorni dal ricevimento dell'invito del datore di lavoro non abbia ripreso servizio, il rapporto si intende risolto. La sentenza pronunciata nel giudizio di cui al primo comma è provvisoriamente esecutiva. Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio di merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'art. 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile. L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa. Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo camma ovvero all'ordinanza di cui al quarto comma, non impugnata o confermata dal giudice che lavoratore!
Questo è quello che voglio fare a modello tedesco.
In Germania le aziende, dopo averne dato comunicazione al consiglio di fabbrica, possono procedere al licenziamento se esiste un motivo «socialmente giustificato», ovvero una provata incapacità del lavoratore a svolgere le mansioni cui è assegnato per gravi inadempienze (ricorrenti o eccessive assenze per malattia, inadempimento contrattuale). Il giudice ha dei parametri precisi per accertare o meno l’esistenza di questi motivi. Il licenziamento è consentito anche per comprovate esigenze economiche dell’azienda. Se il licenziamento è illegittimo il giudice può disporre la reintegra sul posto di lavoro con la corresponsione delle retribuzioni arretrate, oppure, in alternativa e su richiesta delle parti, un indennizzo economico. Anche in questo caso sono previsti precisi parametri che variano in base all’età del lavoratore e all’anzianità di servizio.
Noi sappiamo come funziona la giustizia in Italia...
Ma secondo voi questi signori sanno cosa vuol dire lavorare, avere un posto da precario, essere licenziati, andare in cassa integrazione, guadagnare 1000 euro al mese, arrivare al 20 del mese e non avere un euro sul conto, andare dal benzinaio e pagare 2 euro un litro di benzina, andare in vacanza solo 1 settimana quando ci sono soldi o non andare per niente in vacanza...
Per poi parlare dei sindacati...secondo voi se iniziassimo a non pagare più la tessera sindacale, questi pseudo sindacalisti inizierebbero finalmente a fare i nostri interessi ?
giovedì 8 marzo 2012
Festa della donna ricordiamo il suo vero significato...
L'8 marzo è una ricorrenza storica molto importante e troppo svalutata. Un giorno per rivendicare i diritti delle donne in una società che non li ha ancora di fatto parificati a quelli dell'uomo. Ma, così come non si parla del Natale cristiano, qui non parleremo della dignità storica di questa data, ma solo di quella chiassosa e giallissima della Festa della Donna. Ecco 8 cose da non fare assolutamente l'8 Marzo...
01. Andare con le amiche a una serata di striptease.
02. Pretendere un regalo per l'occasione.
03. Fare scenate isteriche se non si ricevono gli auguri.
04. Lanciarsi in discussioni sui diritti delle donne senza saperne granché ma solo per non fare figuracce.
05. Lamentarsi di non aver ricevuto un mazzo di mimose.
06. Lamentarsi di aver ricevuto un mazzo di mimose.
07. Strumentalizzare il valore storico alla festa della donna per sfruttare quello commerciale.
08. Scambiarla per un'occasione di emancipazione in cui ci si può comportare con l'arroganza maschile.
Alla festa della donna non festeggiamo, ma ricordiamo il suo significato vero...
La giornata internazionale della donna (comunemente definita festa della donna) ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni paesi europei nel 1911 e in Italia nel 1922.
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York[4], facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857,[5] mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.
martedì 6 marzo 2012
Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora... 20 lire con Mussolini
Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora...
Questa è una falsa moneta da 20 lire, che mostra Mussolini con l'elmo - 1927. Medaglia argentata. Si tratta di un falso costruito nel dopoguerra. Non esistono monete con l'immagine di Mussolini. Le monete italiane avevano la testa di Vittorio Emanuele III. Il rovescio è quello di una moneta emessa nel 1928 nel decennale della vittoria della I guerra mondiale.
La frase a me piace, secondo il mio parere bisogna prendere quello che di buono ha fatto il fascismo in Italia... oppure il comunismo in Cina... oppure la democrazia in America.
Come in tutte le cose ci sono sempre i risvolti della medaglia, daltronde non c'è bene senza male...
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