Cos'è il piano di partizione della Palestina ?
Il 29 novembre 1947, il Piano di partizione della Palestina (o più precisamente di ciò che restava dalla Palestina, una parte della quale era già separata al fine di costituire la Transgiordania) elaborato dall'UNSCOP (United Nations Special Committee on Palestine) fu approvato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York (Risoluzione 181 dell'Assemblea Generale). Tale Piano, destinato a risolvere il conflitto fra ebrei e arabi, scoppiato già durante il Mandato britannico della Palestina, proponeva la partizione del territorio palestinese fra due istituendi Stati, uno ebraico, l'altro arabo, con Gerusalemme
sotto controllo internazionale. Il rifiuto di questo Piano dai Paesi
arabi, come pure il deterioramento delle relazioni fra ebrei e arabi in Palestina, condusse alla Guerra arabo-israeliana del 1948-1949. (fonte Wikipedia)
La spartizione
della Palestina fu rigettata non solo dagli arabi palestinesi ma anche
dagli ebrei ortodossi nativi della Palestina, che avevano vissuto in
buoni rapporti con i loro vicini arabi. In effetti, il concetto di
focolare nazionale ebraico era estraneo agli ebrei ortodossi originari
della Palestina. Ronalds Storrs, il primo governatore britannico della
Palestina, scrisse: “I religiosi ebrei di Gerusalemme e di Hebron ed i
Sefarditi si opponevano violentemente al sionismo politico”. Opposizione
anche per gli uomini politici ebrei. Le più notevoli opposizioni tra
quante osteggiavano la spartizione erano di Sir Herbert Samuel, il primo
Alto commissario in Palestina, e J. L. Magnes, presidente
dell'Università ebraica di Gerusalemme. I due si opponevano al fatto che
la Dichiarazione di Balfour potesse condurre ad uno stato ebraico. In
un discorso alla Camera dei Lord il 23 aprile 1947, Sir Herbert Samuel,
allora Visconte Samuel, disse: “Non sostengo la spartizione, perché,
data la mia possibilità di conoscere il paese, ciò sembra essere
geograficamente impossibile. Questo creerà altrettanti problemi di
quanti ne potrebbe risolvere”. Nella sua deposizione davanti al Comitato
anglo-americano d’inchiesta sulla Palestina, J. L. Magnes dichiarò:
“Gli arabi possiedono importanti diritti naturali in Palestina. Sono
stati là per secoli. Le tombe dei loro antenati sono là. Ci sono tracce
della cultura araba in ogni angolo. La Moschea di El-Aqsa è la terza
moschea sacra dell'Islam…”.
“Se l'obiettivo è
di promuovere la pace, delle frontiere accettabili non possono essere
determinate. Laddove porrete queste frontiere, troverete personalità
radicali dai due lati della frontiera. Le posizioni radicali conducono
quasi sempre alla guerra… C'è chi dice che dobbiamo accettare la
spartizione adesso, perché ‘le frontiere non sono eterne’… In altri
termini, la Palestina ebraica frazionata potrebbe essere il primo passo
di una futura conquista di tutto il paese”.
Ed io dico del mondo...questo grazie al fatto che dietro allo stato di Israele c'è l'America !!!
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