mercoledì 15 maggio 2024

Inno dei lavoratori


 
Su fratelli, su compagne, su, venite in fitta schiera: sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir. 
Nelle pene e nell'insulto ci stringemmo in mutuo patto, la gran causa del riscatto niun di noi vorrà tradir. 
Il riscatto del lavoro dei suoi figli opra sarà: o vivremo del lavoro o pugnando si morrà. 
o vivremo del lavoro o pugnando si morrà. o vivremo del lavoro o pugnando si morrà. 
La risaia e la miniera ci han fiaccati ad ogni stento come i bruti d'un armento siam sfruttati dai signor. 
I signor per cui pugnammo ci han rubato il nostro pane, ci han promessa una dimane: la dima si aspetta ancor. Il riscatto del lavoro... 
L'esecrato capitale nelle macchine ci schiaccia, l'altrui solco queste braccia son dannate a fecondar. 
Lo strumento del lavoro nelle mani dei redenti spenga gli odii e fra le genti chiami il dritto a trionfar. 
Il riscatto del lavoro... 
Se divisi siam canaglia, stretti in fascio siam potenti; sono il nerbo delle genti quei che han braccio e che han cor. 
Ogni cosa è sudor nostro, noi disfar, rifar possiamo;
la consegna sia: sorgiamo troppo lungo fu il dolor. 
Il riscatto del lavoro... 
Maledetto chi gavazza nell'ebbrezza dei festini, fin che i giorni un uom trascini senza pane e senza amor. 
Maledetto chi non geme dello scempio dei fratelli, chi di pace ne favelli sotto il pie dell'oppressor. Il riscatto del lavoro... 
I confini scellerati cancelliam dagli emisferi; i nemici, gli stranieri non son lungi ma son qui. Guerra al regno della Guerra, morte al regno della morte; contro il dritto del del più forte, forza amici, è giunto il dì. Il riscatto del lavoro... 
O sorelle di fatica o consorti negli affanni che ai negrieri, che ai tiranni deste il sangue e la beltà. 
Agli imbelli, ai proni al giogo mai non splenda il vostro riso: un esercito diviso la vittoria non corrà. 
Il riscatto del lavoro... 
Se eguaglianza non è frode, fratellanza un'ironia, se pugnar non fu follia per la santa libertà; 
Su fratelli, su compagne, tutti i poveri son servi: cogli ignavi e coi protervi il transigere è viltà. 
Il riscatto del lavoro...
 
fonte Wikipedia: 

L'Inno dei lavoratori, noto anche come il Canto dei lavoratori o l'Inno del Partito Operaio Italiano, è un inno socialista italiano scritto da Filippo Turati e musicato da Amintore Galli.

Pubblicato nel marzo del 1886, l'inno fu composto per il Partito Operaio Italiano, guidato da Costantino Lazzari.Divenne rapidamente popolare, ed è considerato una delle canzoni storiche più significative del movimento operaio italiano, accanto a Bandiera rossa, L'Internazionale, e l'Inno del Primo Maggio. Fu censurato dai successivi governi del Regno d'Italia, inclusi durante la prima guerra mondiale e sotto l'Italia fascista.

Nonostante la popolarità dell'inno, i suoi autori ne erano imbarazzati. Turati in seguito dichiarò il poema "un peccato giovanile poetico", mentre Galli mantenne nascosta la sua autoria della musica, ed era tormentato dalla paura e dallo stress nella sua vita successiva a causa della sua popolarità e della censura. 

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