domenica 12 dicembre 2010

UMILIAZIONE



Colgo l'occasione di pubblicare una lettera spedita al sito http://www.celomettono.li/

E' una lettera di un ex operaio dello stabilimento di Cento.

Io la dedico a tutti i colleghi che conosco allo stabilimento di Bari, ma che non stimo, perchè ancora iscritti alla Fim e all Fiom, per ovvie ragioni.

Ricordatevi che non siete indispensabili...

L'umiliazione

Scritto da Lostraniero | 03 Dicembre 2010

Salve a tutti, queste sono le mie ultime parole scritte su questo sito, e qualcuno dirà finalmente, e non gli dò tutti i torti, ultimamente era un monologo......

Oggi ho toccato il punto più basso dei miei 23 anni lavorativi, mai avrei pensato che mi succedesse di essere umiliato così nel lavoro. Ho sempre pensato che nessuno è indispensabile, ma almeno la riconoscenza verso quelli che hanno sempre dato tutto quello che potevano alla azienda partendo dal semplice fatto di comportarsi da persone serie al di là del ruolo o professionalità, dedicando gran parte del proprio tempo alla causa aziendale, togliendo spesso e mal volentieri tempo alla propria famiglia, ai propri affetti, avendo dentro di sè un senso di riconoscenza verso un'azienda che ti offre opportunità di crescita professionale, ti dà da lavorare e cercando il più possible di ripagare il "debito di riconoscenza" dando il meglio di sè e dando piena disponibilità per gli interessi aziendali, pensando che in fondo sono anche i tuoi, perchè se l'azienda và bene, và bene anche il tuo lavoro, ma questi intenti però scopri un bel giorno di dicembre che sono a senso unico.....Poi inizi a pensare che hai rifiutato offerte per senso di appartenenza e riconoscenza verso chi "teoricamente" ha creduto in tè, perchè ti senti un pò a casa tua, stringi amicizie, e pensi di aver trovato l'ambiente giusto dove il tuo equlibrio lavorativo e interpersonale possa sempre essere florido....E li un bel giorno qualcuno ti dice: non abbiamo più bisogno di nessuno, e così ti trovi costretto a umiliarti andando a chiedere di darti un calcio nel culo in cambio di un assegno che possa garantire tranquillità economica per un tempo ragionevolmente sufficiente a trovare un'alternativa dignitosa, perchè con la sola cassa saresti sempre in bilico e al primo imprevisto voleresti giù. Bè dopo 23 anni nemmeno l'artigiano più bastardo mi ha mai umiliato così, e oggi come oggi invidio i miei nonni, che hanno vissuto un'era più dura e meno ricca, ma ai loro tempi esisteva la riconoscenza in entrambi i sensi, e una stretta di mano o una parola data aveva valore come la vita stessa..Purtroppo sono un romantico sotto certi aspetti, ma da domani quell'uomo non esisterà più, niente più romanticismi, e parlerò sono una lingua, quella del vil denaro e non guarderò più in faccia e non ascolterò mai più nessun "cantastorie".

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