martedì 22 febbraio 2011

Libia chiama Italia








di Concetto Vecchio:

“Muammar, ti presento i miei”. La Libia brucia e Berlusconi deve ricordare con una punta di malinconia quel sabato d’estate che lui e Gheddafi trascorsero nella tenda del rais a sfogliare Chi: sulla copertina il premier campeggiava con in braccio il nipotino Alessandro, e accanto Veronica. Ai tempi – 30 agosto 2008 – Silvio amava ripetere “tengo due famiglie: una è la mia e l’altra sono gli italiani”. E faceva il ganassa con i sondaggi: “Ho il 70,2 per cento dei consensi, una cosa francamente imbarazzante…”. Ora non è dato sapere se fu proprio quel pomeriggio che il rais lo rese edotto di una pratica che il colonnello chiamò bunga bunga, è certo che Silvio gli regalò un leone d’argento e due penne; seguirono poi altri dieci incontri, tanto che Massimo D’Alema lo scorso 29 novembre sbottò: “Credo che il governo sia andato in Libia 27 volte, nessuna mai in India, questo è un tema per riflettere sulla politica italiana…”

Si precipitò nel deserto libico anche Vittorio Sgarbi, allora sindaco di Salemi, e fu una visita memorabile. Disse il D’Annunzio di Salemi: “Colonnello, la Sicilia aspira all’autonomia dall’Italia, potrebbe approfittarne per annetterla alla Libia!”. Il dittatore pare che scoppiò in una grassa risata, e a quel punto nessuno fermò più Sgarbi: “Perché non viene a candidarsi in Italia alle prossime elezioni, naturalmente contro Berlusconi? Sarebbe un buon confronto…”.

Il Cavaliere portava la sua vanità a spasso per il mondo, e più i potenti erano controversi più ci piacevano, e quando il premier approdò in Kazakistan elogiò il dittatore Nazarbayev: “Un leader molto amato dal suo popolo, lo dicono i sondaggi…”, come riportò Francesco Bei proprio su Repubblica.it. La storia a volte muta in fretta: adesso i sondaggi di Mannheimer dicono che Silvio perderebbe la sfida con Bersani, da qui a giugno lo attendono quattro processi, i regimi amici si stanno squagliando come granite al sole, lo accusano di avere fatto sesso con una minorenne di nome Ruby Rubacuori, e quindi un cittadino di Zurigo mentre si fa la barba la mattina penserà tra sé: “Chissà come sarà caduto in depressione questo Berlusconi…”

Non conoscono noi italiani. Silvio l’altra sera è andato a cena dalle contesse romane, all’esclusivo Circolo degli Scacchi, “nessuna di noi era minorenne, purtroppo…” ha sospirato con Fabrizio Caccia del Corriere la principessa Nicoletta Odescalchi. La festa è durata tre ore. “Ci siamo divertiti pazzamente, il presidente era di ottimo umore”, ha aggiunto un’altra nobildonna. E infatti Silvio ha cantato Senza di te, scritta insieme a Apicella, che lo accompagnava alla chitarra, l’onorevole Anna Maria Bernini s’è sgolata in Summertime di Gershwin, e poi tutti insieme hanno fatto vibrare i vetri con La Tammurriata nera. Era ormai notte fonda quando il premier ha fatto ridere l’aristocrazia con le sue barzellette.

Il giorno che il berlusconismo sarà consegnato agli storici ci vorrà una penna che sappia stilare con le parole giuste un ritratto psicologico di Silvio Berlusconi: un uomo che balla la tarantella e racconta storielle sporcaccione nell’esatto momento in cui tutti noi ci butteremmo dalla finestra di un sesto piano.

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