lunedì 1 agosto 2011

Inganno Globale


Domanda 1: Non penserete davvero che gli Stati Uniti avessero bisogno di farsi da soli un danno del genere, solo per provocare un paio di guerre contro Afghanistan e Iraq?


Non solo la storia americana è piena di precedenti in quel senso (v. "I precendenti storici"), ma loro almeno una motivazione ce l'avevano (v. "I neocons"). Mentre il mondo sta ancora aspettando di capire che cosa ci avrebbe guadagnato bin Laden e tutto l'Islam insieme a lui.



Domanda 2: Come si può pensare di minare le Torri in anticipo, con le centinaia di persone che vanno e vengono quotidianamente in quegli edifici, senza che nessuno si accorga di niente?


L'obiezione è più che legittima, ed infatti nessuno di noi saprebbe nemmeno da che parte cominciare. Esistono però testimonianze precise (v. "Scott Forbes racconta"), che ci suggeriscono come la cosa si sia potuta fare in relativa tranquillità, nello stesso modo in cui si fanno tutti gli inganni più colossali di questo mondo: sotto gli occhi di tutti.

In ogni caso, statisticamente parlando, è molto più facile minare due edifici del genere di nascosto che non vedere due Torri alte 400 metri autodistruggersi da sole, cadendo interamente sulla propria pianta, senza quasi andare a toccare gli edifici circostanti. Se poi lo fa anche una terza Torre, che era costruita in maniera completamente diversa, e che non era nemmeno stata colpita da un aereo, allora sì che si può cominciare a parlare di "impossibile".



Domanda 3: Con le centinaia di persone che dovrebbero per forza essere coinvolte in una "cospirazione" del genere, come si può pensare che stiano tutti zitti per sempre, senza che nemmeno uno prima o poi decida di parlare?


Prima di tutto, non è affatto detto che davvero servano "centinaia" di persone per portare a termine una cospirazione del genere - ne bastano sicuramente molto meno, purchè siano collocate al posto giusto. Ma qualunque fosse il numero, tutti costoro non parlerebbero comunque, visto che sono gli stessi che hanno voluto prendere parte alla cospirazione. (Come si può pensare che una banda di ladri, oppure la mafia stessa, taccia per sempre dopo aver effettuato un colpo? Perchè è interesse di ciascuno dei suoi componenti farlo). E se mai a qualcuno venisse il rimorso, vi sono degli ottimi "incentivi" per farglielo passare immediatamente.

Quelli da temere sono piuttosto i "buoni", coloro cioè che non ne sapevano nulla, e che "inciampano" per caso in qualche dettaglio che di colpo gli rivela la verità. Si può pensare, ad esempio, a un qualunque pompiere del Pentagono, che avrebbe visto da vicino se il Boeing c'era oppure no.

Ma il fatto che noi non li sentiamo significa automaticamente che costoro non provino a parlare? Basta davvero che un pompiere vada alla CNN per raccontare quello che ha visto sul prato del Pentagono, perchè la sua intervista venga subito diffusa in diretta mondiale?

Teniamo inoltre presente che la stragrande maggioranza delle persone coinvolte sono dipendenti statali o federali (dai pompieri ai poliziotti, dai militari agli stessi agenti dell'FBI), i quali sono tenuti per giuramento a rispettare eventuali gag orders - cioè, letteralmente, "ordini di imbavagliamento" - da parte di un giudice o di un loro superiore. Parlare non solo li metterebbe allo scoperto personalmente, insieme alla loro famiglia, ma sarebbero automaticamente perseguibili per legge.

Di fronte a tutto questo quindi è molto facile che scatti in ciascuno il classico ragionamento "ma chi me lo fa fare?"

Nonostante questo, scoprirete molti casi di persone che a "parlare" ci hanno provato eccome - e sono anche persone di una certa importanza: ministri, ex- militari, politici, ecc. - ma per qualche motivo noi non ne sapevamo assolutamente nulla (v. "Patrioti per l'undici settembre").

Chi controlla i media oggi controlla il mondo, e se non ci fosse Internet molto probabilmente non sapremmo nemmeno che l'11 settembre forse non è andato come ci dicono che sia andato. Questo ci porta direttamente alla prossima domanda.



Domanda 4: In un paese dove la libertà di espressione è sacrosanta, e dove si trovano probabilmente più televisioni e giornali indipendenti che in tutto il resto del mondo, come è possibile che non ci sia una sola voce che si levi chiara e forte a denunciare queste "verità alternative"?


Probabilmente di giornali - o meglio, di giornalisti - che vorrebbero farsi sentire ce ne sono tanti, ma questo non significa che possano automaticamente riuscirci. Quella che si può scambiare per molteplicità di voci, sparse e frammentate su tutto il territorio nazionale, è soltanto la replica infinita di uno stesso schema ben preciso, che risponde ovunque alle stesse regole di mercato dettate dalla competizione più sfrenata. Se in Italia la guerra dell'audience può sembrare spesso esagerata, negli Stati Uniti mezzo lettore in più o in meno può significare l'inizio o la fine di una carriera pluridecennale. Chi comanda quindi sono gli inserzionisti pubblicitari, che impongono ai direttori una linea politica il più neutra possibile, per puntare sistematicamente verso "il centro" del target popolare. Dove di certo argomenti come questo non trovano un'accoglienza delle più festose.

A sua volta, nel paese che ha inventato le grandi corporations, sono in realtà solo quattro i gruppi finanziari/di potere che detengono la proprietà ultima di quel complesso sistema di informazione - radio, TV e giornali - che visto dal basso ci appare così variopinto e frastagliato.

Mai come nel caso dei media americani, quantità non significa affatto molteplicità, ma caso mai replicazione infinita di una soffocante uniformità.



Domanda 5: Molti vi accusano di essere "antiamericani" e "nemici della democrazia". Cosa rispondete?


Se per "democrazia" si intende il divieto di porre delle legittime domande a chi ci governa, o i mille "gag-orders" con cui i giudici americani impediscono ai testimoni "scottanti" di parlare, allora ne siamo i peggiori nemici. Altrimenti, siamo convinti che di fronte a versioni ufficiali come quella dell'undici settembre, che non reggono ad un esame appena dignitoso da parte di chiunque lo affronti in maniera onesta e non prevenuta, sia non soltanto un diritto, ma un dovere del cittadino pretendere chiarezza.

In realtà quindi non siamo nè contro l'America nè contro la democrazia, ma contro una amministrazione che ha palesemente calpestato la Costituzione della prima, e ha vistosamente deformato le procedure della seconda, sin dal giorno in cui si è insediata a Washington.

A nostra volta riteniamo i veri nemici della democrazia proprio coloro che ci accusano di queste cose, poichè nel farlo evitano di guardare in faccia certe scomode realtà e prolungano uno status quo decisamente inaccettabile.



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