martedì 3 aprile 2012

Governo Pinocchio




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Dopo 3 mesi di annunci è arrivato l’atteso documento sulla riforma del lavoro.

Per i giovani e i precari le tante promesse non sono state mantenute e i continui annunci televisivi hanno il sapore di vere e proprie bugie.
Avevano annunciato una riforma epocale. Avevano detto che avrebbero eliminato la precarietà. Avevano promesso un welfare universale.

I risultati sono ben altri: le oltre 40 tipologie contrattuali non sono state cancellate, gli ammortazzatori sociali non sono stati estesi a tutte le tipologie di lavoro precario, i co.pro. e le partite iva rischiano di vedersi ridurre ancora il loro compenso.

In questi mesi di confronto abbiamo ottenuto solo una prima inversione di tendenza rispetto ai provvedimenti di questi ultimi dieci anni.
Nel documento Fornero si punta infatti a regolamentare in maniera più stringente i contratti precari, ma non è affatto scontato quanto queste norme riusciranno a limitarne l’utilizzo.
Lo spieghiamo punto per punto con la “GUIDA ALLA RIFORMA: quanto incide nella vita di un precario”.

Studiando il testo viene da pensare che le reali intenzioni del Governo erano ben altre.
L’unica cosa che volevano davvero l’hanno fatta e senza mezze misure: hanno azzerato l’articolo 18.
Così ci hanno reso tutti un po’ più precari…

Ma le bugie del Governo hanno il naso lungo e ci mobiliteremo affinchè il Parlamento intervenga per cambiare la riforma.
Lo abbiamo già fatto insieme al comitato “Il nostro tempo è adesso” e continueremo nei prossimi mesi perchè abbiamo tutta l’intenzione di riprenderci i nostri diritti.

TUTTE LE BUGIE DELLA RIFORMA

AVEVANO PROMESSO MENO PRECARIETÀ.
MA NON HANNO ELIMINATO I CONTRATTI PIÙ PRECARI.
Rimangono in piedi le oltre 40 tipologie di lavoro precario, anche le peggiori (lavoro a chiamata, staff leasing ecc).

AVEVANO PROMESSO DI FAR PAGARE ALLE IMPRESE LA PRECARIETÀ
MA COCOPRO E P.IVA PAGHERANNO DI TASCA LORO.
L’aumento dei contributi per cocopro e p.iva rischia di scaricarsi sulle buste paga. Se non si garantiscono compensi minimi attraversi i contratti collettivi nazionali,c’è il rischio di far dimagrire i compensi (già miseri) di collaboratori e p.iva.

AVEVANO PROMESSO AMMORTIZZATORI SOCIALI PER TUTTI,
MA I PRECARI RESTANO FUORI!
L’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego, ESCLUDE proprio i precari: cocopro, cococo, p.iva, assegni di ricerca sono fuori. Per chi ha il tempo determinato rimane tutto come prima: requisiti d’accesso troppo alti per i più giovani, per chi
lavora da poco, per chi ha alle spalle anni di lavoro parasubordinato.

AVEVANO PROMESSO DI ELIMINARE GLI STAGE TRUFFA E DI RENDERE PIÙ TUTELATO L’INGRESSO DEI GIOVANI NEL LAVORO,
MA C’È UN NIENTE DI FATTO.
Nonostante i proclami e la promessa di limitare gli stage ai periodi di formazione, nella bozza di riforma c’è solo un vago impegno alla “definizione di linee guida per la definizione di standar minimi di uniformità sul territorio nazionale”.
Il testo parla da sé.Sull’ingresso al lavoro le forme precarie rimangono ben più convenienti di contratti veri.

AVEVANO PROMESSO PIÙ TUTELE PER I PRECARI,
MA VOLEVANO SOLO ATTACCARE L’ART.18
Ci vogliono convincere che l’articolo 18 impedisce di licenziare, non è vero!
L’articolo 18 prevede una cosa sacrosanta: non puoi essere licenziato senza unagiusta causa o un gistificato motivo. Hanno deciso che se il licenziamento è ingiustificato se la possono cavare con un indennizzo. Che vuol dire? Che non hanno esteso i diritti, ma la precarietà.

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