Mese di Gennaio 2013
Costellazioni di Capricorno e Acquario.
Decani: Sole di Capricorno
Sole, Venere, Mercurio e Luna di Acquario
Fase del Novilunio: 11 Gennaio – ore 20.43
Primo ciclo
Puntata ex 212NdR: Si riporta integralmente la puntata ex 212 cui fare riferimento per tutto il I ciclo.
Da questa luna che si chiama Uribili comincia un nuovo ciclo molto lungo di 33 lunazioni. Questo ciclo l’Anonimo dice che è assolutamente di interpolazione di origine caldea e si chiamava appunto Ciclo Caldeo. Bisogna tener conto che queste lune sono tutte in rapporto intimo con le posizioni solari e con il movimento dei pianeti principali; quindi il calcolo è un poco meno semplice di tutti i diversi cicli precedenti. Per es. la luna acquista un valore diverso e cangiante secondo che il suo sorgere è nelle ore diurne o notturne, o secondo che certi pianeti sono sul meridiano del luogo dove l’individuo sta, o che non è sull’orizzonte, o che sia appena al suo apparire sull’orizzonte. Insomma all’intenderle bene queste lune non sono della facilità delle altre per computarne l’influenza. L’Anonimo cerca di semplificare per l’uso corrente il computo per la determinazione delle influenze, ma avvisa che secondo il suo parere, la sola cosa che crede importante è la relazione tra la fase lunare, e la posizione del sole. Quindi egli stabilisce per queste lunazioni le seguenti regole. La luna si deve ritenere positiva o negativa secondo che la sua fase astronomicamente comincia nell’ora in cui il sole è sull’orizzonte o no, e negativa quando la sua fase si compie in ora di notte. Per esempio pratico: il novilunio del 30 Marzo s’inizia tra le due ore pomeridiane e le tre dopo mezzogiorno; quindi è positiva. Quando la luna facesse la sua fase (e s’intende una delle principali quattro) in ora anteriore al sorgere del sole o dopo il tramonto del sole si deve considerare come negativa. Di più quando la luna passa sul meridiano del luogo dove l’individuo sta, un’ora prima e un’ora dopo, cioè nello spazio di 120 minuti, la luna è sempre positiva, cioè buona e favorevole. Per ben comprendere questo sistema bisogna ricordarsi che la religione caldea era a fondamento magico ed operatorio, quindi le ore della preghiera e degli scongiuri variavano secondo la positività delle influenze astrali: si pregavano gli Dei altissimi e si scongiuravano i Demoni bassi, cioè le grandi e piccole divinità infernali. Un rimedio per un ammalato, ottimo in ora positiva, diventava contrario o indifferente in ora negativa. Occorre quindi tener presente che anche quando la luna fosse negativa, al suo passaggio sul meridiano del luogo 120 minuti sono sempre favorevoli e la luna si cambia in positiva. Per quelli dei lettori che fossero più pratici nei movimenti astronomici degli altri pianeti è bene far sapere che quando i pianeti di Marte, Mercurio, Venere, Giove, Saturno passano sul meridiano del luogo hanno influenza positiva molto potente quando coincidono col passaggio della luna, o col sorgere della luna o col tramonto di essa; allora i Caldei dicevano che queste erano ore preziose perché le influenze di questi pianeti erano tutte creative. Si aggiunga ancora che l’uso dei quadrati planetarii sono di origine caldea e nella loro pratica antica, l’Anonimo napoletano dice che nessuno dei moderni l’ha bene interpretato. Gli astrologi della Caldea chiamavano quadrati quando tre pianeti e la luna si trovavano rispettivamente due sul meridiano del luogo e due coincidenti (sempre a differenza di 120 minuti) al sorgere e al tramonto della luna. Questi quadrati erano giudicati come del più fausto potere creativo ed avevano persino influenza sulle eclissi dell’anno lunare. Poiché le eclissi erano in quella religione astronomica-magica tenute in grande considerazione, perché la luna perdeva molta della sua forza o ne acquistava maggiore secondo le ore e la posizione del Sole. Ma l’Anonimo, trovando che a questi calcoli la gente contemporanea non è preparata, prega di fermarsi solamente sulla positività o negatività della Luna rispetto alle ore di Sole. Ora per questo anno corrente 1930, la luna di Marzo e per tutto Aprile ha sempre le sue fasi in ora solare, così in Maggio, in Giugno, in Luglio, in Agosto, ecc.
Primo Ciclo
Puntata ex 212
Sono da considerarsi dal 30 Marzo in poi come favorevoli tutte le ore da 60 minuti precedenti l’ora della fase e i sette giorni che susseguono, da intendersi che favorevoli sono le ore fino a 60 minuti dopo il tramonto del sole e a 60 minuti prima della levata del sole: con la differenza che sono positive le influenze lunari per 3 decimi dall’alba a dopo mezzogiorno, e dal meriggio alla sera per 7 decimi. Così è il testo del manoscritto dell’Anonimo, ed in questo non mi pare abbastanza felice per chiarezza: dovrei interpretare che producendosi le fasi appena dopo il mezzogiorno, le ore mattutine sono più debolmente favorevoli delle ore del pomeriggio.
Malattie lunari da curarsi. Emicranie, amnesie, nevralgie di qualunque specie, nevriti, nevrosi, impotenza maschile, frigidità muliebre, isterismo, incognite ed esagerazioni della menopausa. Dice l’Anonimo che in questa e nelle sette lune successive sono radicalmente curabili tutte le disorganizzazioni del cervello, del midollo e della spina, dalla immensa varietà delle infermità di pertinenza della psichiatria, alle paralisi fino al morbo di Addyson! Tutti i rimedi influenzati bene si riducono a quattro: l’acqua, il fuoco, la saliva, il sale.
Acqua – sotto l’appellativo di acqua i seguaci del metodo caldeo comprendevano: la potabile, la fluviale, la rugiada, la stagnante dei pantani, la marina raccolta dalla schiuma delle onde, dalle profondità, in ore di bassa marea, di alta marea, di notte senza luna, di notti lunari, di mare in piena tempesta e di mare calmo. Nelle acque medicamentose erano comprese l’orina umana, dei bovini, degli equini, degli ovini, il vino, l’aceto, il sidro, il sangue di uomini o di bestie.
Fuoco – Il rimedio fuoco aveva anche esso diversi significati. Tutte le gradazioni dall’alito caldo al bruciamento. Dal calore per contatto con un corpo di un uomo o animale vivo, al contatto della parte ammalata con eguale o corrispondente parte di un animale ucciso al momento della medicazione.
Saliva – Solo la saliva umana, né di tutti gli umani – del sacerdote prima di tutto – delle sacerdotesse in contatto con NEBO (Mercurio) – delle Agubiche (sacerdotesse di grado inferiore).
Sale – Sale marino, solo.
Questi rimedi solo adoperati esternamente, ma ad ore proprie; come il lettore vede, con questo metodo ci occorre molta pazienza e scrupolosità. L’Anonimo Napoletano che pare abbia la pazienza di un monaco del cenobio, produce tutto un lungo ricettario per le applicazioni. Riproduco quanto mi pare più interessante.
Emicranie – Prime ore del mattino, favorevoli cioè (+); oppure 12 ore dopo il passaggio della luna sul meridiano, negative (-). Demoni malvagi che attaccano il cervello (Usuf,Musuf,Assuf,Sisuff) si fugano bruciando, su carboni ardenti, dei capelli e delle particelle di unghie dei piedi dello stesso ammalato, ed innanzi all’ammalato stesso in maniera che il cattivo odore possa essere respirato dall’ammalato. Quando per la terza volta applicata questa suffumicazione l’ammalato è preso da deliquio di stomaco, l’USUF parte per non più ritornare! (Quante signore afflitte sarebbero felici di liberarsi così di una grande molestia!).
Mal di capo detto Chiodo solare – Ore negative della luna: bollire a fuoco violento in vaso di creta bianca (?) orina dell’ammalato e orina di cavalla.
Insolazione – Ore negative suffumigi di vino ed acqua marina della schiuma di acqua di mare.
Congestione sanguigna del capo – Ore positive favorevoli (+). Riscaldare molto l’estremità inferiore della colonna vertebrale ed applicarvi del sale marino leggermente inumidito.
Vertigini e offuscamenti di vista di origine nervosa – Ore negative. Vapori di orina di bue, sale e vino bianco o rosso.
Esaurimento nervoso – Per stanchezza di applicazione o mancanza di riposo.
Nevrastenia – In tutte le sue varietà suffumicazioni continuate per 9 giorni nella camera dell’ammalato (nei nove giorni che seguono la luna piena) pei nove mesi della luna di Sagittario in poi. I suffumigi si facevano con orina di montone, acqua e sale; oppure sangue di volatili, di bove e vino rosso.
Allucinazioni – Ore positive della luna: come carattere generale le allucinazioni si curavano con i bagni caldi ai piedi di acqua, vino e sale, liquido molto caldo. Ma tre le ore buone bisognava scegliere quelle più vicine al passaggio della luna al meridiano, ed occorrendo, preferire le ore mattutine. Per le allucinazioni del gusto odorare a ripresa un panno molto riscaldato o un ferro arroventato di cui si cerca aspirare l’aria calda. Per le allucinazioni dell’udito bagnature di acqua gelata alternate con bagnature di acqua molto calda, quasi cocente sulla parete frontale per pochissimi minuti. Per le allucinazioni della vista farsi toccare col dito indice bagnato di saliva sacerdotale (?) sull’arco cigliare e alle tempie.
Ipocondria – Ore notturne bagnare con acqua calda la regione del fegato e della milza e poi cospargervi sale marino.
Nevralgie uterine – Ore mattutine ed ore negative della sera lavamenti interni con acqua bollita con vino bianco e sangue di pollo.
Follia – Secondo le diverse maniere di presentarsi di questo disordine cerebrale i Caldei avevano maniera diversa per presentare il loro rimedio. Generalmente le medicazioni erano mutevoli solamente per passaggi dal caldo al freddo, ma variavano per le parti diverse del corpo umano a cui il caldo o il freddo si prodigava, secondo la varietà di fenomeni della follia, ma bisogna tener conto che allora la follia non era considerata come un disordine dell’organismo, ma come una ossessione o invasione del corpo umano da un demone o da uno spirito di morto o anima di animale qualsiasi. Il delirio impulsivo di un folle era attribuito alla lotta tra l’anima del folle e lo spirito alieno, allora per aiutare il vivo lo si picchiava quasi ad incitarlo a non temere della sua lotta con l’altro e di fare lo stesso che a lui gli amici facevano. L’acqua molto fredda o molto calda serviva per bagnargli la faccia, il capo e il torace a spruzzi violenti.
Nel delirio isterico. Le prolungate bagnature calde alle mani e alle natiche. Nel delirio di persecuzione, il toccamento ai lombi con lunghi aghi infocati. Nella demenza per encefalite o perincefalite, pressioni con panno o lino bagnato nell’acqua e vino bolliti. Nella follia benigna si agiva come nell’ipocondria, ma il grande rimedio per la follia agitata a delirio permanente, con impulsioni a periodi, erano una serie di punture con un piccolo strumento in ferro, a forma di fiocina a tre denti, le cui punte si arroventavano indi improvvisamente si toccava prima il lato destro e poi il sinistro della schiena, e appena toccato si bagnavano le ferite con aceto o con vino acido. Così le paralisi oggi conosciute come epiloghi degli stati e dei disordini dei folli.
Follie degli innamorati – Questa è una varietà di follia che la psichiatria moderna non conosce: conosce la follia senile detta gelosia dei vecchi, ma non la follia degli innamorati. La quale era considerata dagli antichi Caldei come uno stato di assorbimento che un uomo molto innamorato di una donna, ingoiava l’animo di quella, in maniera che la faceva prigioniera ed allora avveniva una lotta tra la prigioniera e il conquistatore, di conseguenza per vincere questa infermità bisognava dividere i due contendenti, perché si riscontrava che il corpo della donna, che aveva perduta la padronanza del suo spirito, deperiva e si consumava come sego. Curioso rito medicale: si stendeva il corpo della donna su di un tavolo con la bocca spalancata e si portava in sua presenza il pazzo che si appendeva con delle funi di sotto le ascelle e sotto ai suoi piedi vi si metteva un braciere. Allora per non sentire le scottature il pazzo si dondolava, e il continuo dondolio lo invitava al vomito e come riusciva ad avere dei forti conati di vomito, la donna presa anch’essa da forte nervosismo, chiudeva la bocca e riacquistava l’anima mentre che il pazzo coi piedi scottati era guarito. Speriamo che nessuno si trovi in questo caso per eseguire un esperimento di questo genere.
Impotenza e frigidità – Per l’uomo in ore negative bagnature calde di vino, aceto e orina di montone: e la donna sempre sulla parte, grande, continuo, per quanto possibile, bagno di latte di pecora e suffumicazione a fuoco vivo di peli di montone. Questa ultima applicazione per la frigidità femminile deve essere fatta nelle ore positive di luna sempre avanti il plenilunio.
Insonnia – Ore notturne bagni di acqua bollente raffreddata con vino e acqua di mare alle mani ed ai lombi.
Paralisi diverse – Le paralisi venivano curate sempre in ore in cui la luce solare non rischiarava il luogo. Due erano i rimedi principali: gli aghi o il tridente infocato, e un animale o parte dell’animale ucciso di fresco ed applicata sulla regione della milza, del fegato o della spina dorsale, ancora bollente della vita. Spero che questo piccolo estratto dell’Anonimo sia sufficiente per dare un’idea di tante stravaganze medicinali.
Secondo ciclo
Puntata ex 18
Le lumache e le conchiglie di mare – pestate, insieme al loro contenuto – ridotte a poltiglia guarivano le apoplessie. I gamberi di mare, cotti nel vino bianco, contro l’asma dei vecchi – le piccole bestiole dovevano essere messe vive nel vino bollente – e passato per panno il vino, si mischiava a miele e si dava a piccoli sorsi all’asmatico. Grande valore si dava alle alghe di mare contro le costipazioni viscerali e le enteriti di qualunque origine, messe così come in natura per cataplasmi e poi gittate nel fuoco ardente. Altro rimedio di efficacia incontestata contro ogni specie di malattie del tubo digerente l’olio di noce: una goccia mista a farina di riso o di fave o di motura (?) bastava per farne un piccolo bolo e un bolo di questa farina si dava al paziente ogni ora circa per sette giorni, meno nei nefasti. Dagli animali: – il fegato di vitella lattante, cotto nell’olio di olivo in qualunque modo, per dare forza ed abbondanza di latte alle nutrici; – il cervello degli uccelli di acqua, palustri o marini, macerati nell’aceto, contro la tabe renale (applicandoli esteriormente) e contro le debolezze midollari; – il rene destro del lupo disseccato e ridotto in polvere, messo in una sacchetta di tela, portata al collo, faceva passare i dolori dei denti e le nevralgie dolorose. Si ritenevano nocivi e pestiferi gli escrementi degli uccelli neri.
Terzo ciclo
Puntata ex 11
In questa luna, dice Izar, se vuoi farti amare dal tuo nemico fanne l’immagine con farina e vino e mettivi innanzi una lucerna accesa e un pezzo del miglior cibo della tua mensa, che muterai ogni 12 ore e un bicchiere di cidro o idromele. Il nemico diventerà amico tuo e ne ringrazierai Osiride.
Tre responsi di Serapide
- La donna di Mione, per avvelenarlo, gli aveva dato a mangiare delle uova di serpente e dei funghi velenosi; Mione invocò il dio e questi con voce stentorea gli risponde: Col veleno è distrutto ogni veleno. Prendi cinque morene velenose o sette serpi di acque stagnanti. Rinchiudili in un vaso o sacco, e cacciavi dentro la mano. Sarai morso e guarirai. Così fece Mione e guarì. Questo fa pensare che l’omiopatia, sulla legge dei simili, dati da molti millenni.
- Apollonio Crisi, mercante fenicio, infermo di un male che nessuno aveva potuto guarire, facendosi presentatore di doni ricchissimi andò a consultare il dio. Serapide gli apparve, sotto forma di un fanciullo bellissimo, e gli rispose: “Le ricchezze rubate non le accetto, perché non sono il medico dei ladroni; se vuoi guarire, dispensa ai poveri tutto il tuo, che è tutto rubato, e proverai la fame e la sete, ma avrai valida e fiorente salute fino alla più vecchia età”. Apollonio preso da paura obbedì al dio; guarì e ridiventato onesto rifece una fortuna maggiore e mai più ammalò. Ecco un esempio di medicina morale. Un Faraone ricorse a Serapide perché non poteva aver prole dalle sue donne e gli promise un tempio con colonne di oro se avesse avuto un discendente valido e di belle forme. Il dio gli rispose di non accettare l’ambasceria e che il Re venisse al Tempio. Faraone con gran corte vi andò. Serapide lo fece avvisare che nel tempio dovesse entrare solo con la moglie e dormirvi tre notti. Alla terza notte il dio gli apparve, munito di una grande sega e aprì il ventre della regina e, messovi dentro la mano, ne tirò fuori un uovo di un animale ferocissimo, lo riscaldò con le mani e ne uscì un garzone bellissimo; quindi disse: Hai chiesto un figlio valido e di belle forme, se lo vuoi eccolo, ma ricorda l’uovo è di un mostro feroce che ti divorerà. Ne domandi la nascita? Faraone disse di sì e si risvegliò. Ebbe il figlio e, come il dio aveva predetto, costui a 15 anni uccise il padre.
- Ad una donna di grande
miseria che a Serapi domandò un po’ di fortuna, il Dio rispose: -Non sei
contenta che vivi di ottima salute non mangiando? La donna disse: la
fame mi tormenta sempre… -Ebbene io ti concedo il cibo, ma tu ritornerai
al mio tempio per apprendere che hai fatto male. La donna ritornò dopo
tre lune. Mangiava ogni giorno, ma la salute era sparita per una grande
verminaia ai visceri. Il Dio Serapi le disse: -Te lo avevo predetto, è
meglio che non hai cibo, e salute godi ottima. Ringrazia gli Dei che non
ti faranno mangiare che poco e raro.
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