Dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che re Carlo Alberto fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l'articolo 77 dello Statuto albertino secondo cui l'unica bandiera del regno doveva essere quella sabauda (e la coccarda quella azzurra), rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l'uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch'esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.
Fischiare l'inno è un indegno comportamento !!!
Molti uomini sono morti cantandolo !!!
Vergogna !!!
Dal blog di Beppe Grillo:Ieri sera mi si è stretto il cuore. Vedere Alessandra Amoroso cantare l'inno d'Italia sommersa dai fischi in uno stadio sequestrato dagli ultrà con la Polizia impotente e i politici in tribuna d'onore, gente del calibro di Renzie. La Repubblica è morta, ma i suoi funerali sono indegni, troppo imbarazzanti. Non abbiamo neppure la dignità di un buon funerale. Devono andare fuori dal Parlamento e dalle Istituzioni i corrotti, gli indagati, i condannati in primo grado (Renzie). Un pregiudicato, Berlusconi, che colloquia amorevolmente al Quirinale con Napolitano e che sconta una pena ridicola vale come cento stadi fischianti. Ma nessuno ci fa caso. I colloquianti hanno tutti e due la cravatta, non sono tatuati, non urlano. Sono diversamente ultrà. La Repubblica è morta e i suoi cittadini non hanno più rappresentanza, la pentola a pressione sta per saltare. La Polizia è attonita e anche parte della Magistratura, ma gli italiani sono sempre più incazzati di fronte allo scempio del Paese. Ieri all'Olimpico veniva da piangere, come a un funerale. Alessandra Amoroso sembrava recitare un Requiem. I politici sono stati tra i primi a scappare, amorevolmente scortati nelle loro auto blu, quelle non ancora vendute su Ebay (per ora ben sei!) dall'Ebetino incazzato nero per la Partita del cuore. Antognoni non gli passerà la palla e lui non calcerà un calcio di rigore...
Storia : Il canto degli italiani conosciuto anche come Fratelli d'Italia, Inno di Mameli, Canto nazionale o Inno d'Italia, è un canto risorgimentale scritto dai genovesi Goffredo Mameli (testo) e Michele Novaro (musica), inno nazionale de facto della Repubblica Italiana, riconosciuto ufficialmente e implicitamente dalla legge 23 novembre 2012 n.222, che ne prescrive la conoscenza nelle scuole, così per come gli altri simboli italiani.
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