"Sono Antonella De Renzo e faccio parte dell’organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta federata alla Rete dei Comunisti. Oggi vorrei proporre una riflessione sul ruolo della formazione pubblica all’interno del contesto dell’imperialismo occidentale nel XXI secolo. Partendo dalla categoria teorica dell’imperialismo, analizzeremo come il mondo della formazione – inteso non solo come educazione, ma come processo di riproduzione e trasformazione sociale – si intrecci con l’evoluzione delle modalità di produzione, dal fordismo al post-fordismo, e con la progressiva valorizzazione della conoscenza come quarto fattore produttivo."
Le conclusioni del mio intervento:
Abbiamo visto come il passaggio dal fordismo al post-fordismo abbia radicalmente trasformato non solo i processi produttivi, ma anche il sistema di formazione e riproduzione sociale. La valorizzazione della conoscenza, oramai riconosciuta come forza produttiva, si inserisce in un contesto di crisi del modello capitalista tradizionale e di riorganizzazione globale.
Alla luce di queste trasformazioni, diventa urgente una riflessione critica che superi le logiche imposte da un sistema imperialista. È necessario, infatti, rompere la gabbia dell’Unione Europea, che questa è una battaglia difficile non solo per la sproporzione dei rapporti di forza tra le classi ma anche perché significa combattere contro il proprio imperialismo e l’ideologia che questo ha radicato nelle masse popolari, rafforzata dal nefasto ruolo che svolgono oggi i mass media di tutti i tipi. Ma non è certo la prima volta che una tale questione si pone nella Storia e per il movimento operaio del nostro continente.
Le nostre università ormai permeate dalla competizione tra studenti, logiche aziendalistiche e di profitto, repressione e culto dell’obbedienza, disuguaglianze territoriali, precarietà dei lavoratori e impossibilità di accedere alle cattedre, edilizia fatiscente, mancanza di fondi per il diritto allo studio, svalutazione del ruolo dell’educazione e del sapere…che fare?
Il ruolo della soggettività e dell’organizzazione nei luoghi della formazione (università, istituti scolastici e centri culturali) diventa cruciale. Il successo delle mobilitazioni studentesche, come quella del No Meloni Day dello scorso 11 ottobre ci dimostrano che, seppur in assenza di un movimento di massa radicale e indipendente che coinvolga i settori della formazione, esiste però uno spazio di ricomposizione politica che affonda le sue radici nella messa in stato di accusa dell’attuale modello di formazione tutto. L’intifada studentesca e il coinvolgimento dei docenti universitari nel boicottaggio accademico contro Israele così come la mobilitazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro avevano già lasciato intravedere delle possibilità negli anni scorsi ma oggi, di fronte al rischio di una terza guerra mondiale e all’attacco ai diritti da parte del governo più reazionario della storia repubblicana, il mondo studentesco e della formazione deve svolgere una funzione e darsi degli obiettivi più ambiziosi. Quello di ‘’Formare un mondo diverso ‘’.
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