LA REINCARNAZIONE E L’UOMO STORICO NEL PENSIERO DI G. KREMMERZ
La reincarnazione per noi è un semplice episodio della immensa lotta visibile e invisibile della vita e dell’esistenza e il principio anima o spirito è materia quanto e come comporta la manifestazione di una intelligenza involuta e quindi subisce nella reincarnazione non un dispositivo di ordine morale, ma la legge dell’affinità di sangue e di eredità. (C,I,167)-
Noi non siamo delle tabacchiere nuove fabbricate volta per volta per presentarci vacue e pronte a essere riempite del sapere mutevole della scienza che avanza. Il concetto delle anime create una ad una dalla fabbrica centrale della divinità che ne ha la privativa è un po’ balordo. Non varrebbe la pena di essere costruiti, soffiati, torniti per soffrire un numero di anni della nostra esistenza piena di manchevolezze, per poi finire senza una continuazione in cui si mettano a profitto le esperienze fatte. Dico che è semplicemente stupida un’idea su cui si sono adagiati, senza troppa considerazione, tutti i non reincarnazionisti. E questa scema rassegnazione è dovuta alla propaganda delle idee religiose che non ammettono nessuna felicità sulla terra. (D,72)-
Il concetto che l’anima o lo spirito di una persona, fuggendo da un corpo al momento di morire ,possa vagare a suo agio come un essere vivente con un corpo diafano , invisibile ai vivi, e poi reincarnarsi, è idea dello spiritismo moderno. L’idea antica, quella attribuita a Pitagora, che entrando in un tempio riconobbe le sue armi che in una vita precedente aveva portato e poi offerte ex-voto a Minerva, è più sintetica, ma non spiega come e per quale via egli si fosse immesso in un corpo nuovo.
E se il passaggio da un corpo all’utero di una madre fosse immediato? E se invece di un’anima venisse fuori un seme, un embrione, un atomo misterioso che compendiasse tutta l’esperienza della vita finita e dovesse questo germe, per conservare la sua virtù, attaccarsi, prima della fecondazione, ad una materia viva onde esserne alimentato?
E se questo germe avesse la possanza di cadere in uno stato letargico, in un eccezionale e specifico disseccamento da attendere in condizioni di riposo senza pensiero, che un richiamo o una feconda voce, in un atto copulativo, lo attirasse nella voragine venerea per risvegliarlo e determinarlo al compimento della sua autocreazione, in un oscuro antro senza luce e in bagno di sangue ?
E se la natura stessa di questo seme impedisse la sua sopravvivenza nello stato di attesa e fosse, per non sfidare una definitiva distruzione, obbligato per urgenza di aiuto ad attaccarsi ad un uovo fecondato o fecondabile di animali di una specie inferiore,un cane, un cavallo, un agnello? (D,73)-
L’idea della reincarnazione è prepitagorica (SM,II,363 )
La religione pagana ritrae gli dei nell’atto olimpico di trasmutare i loro amanti in bestie o in vegetali: non perché il mito non abbia il suo significato occulto scientifico, ma, e soprattutto, perché il concetto della trasmigrazione delle anime non era né nuovo, né inaudito in una religione nella quale le divinità trasformavano creature umane in vegetali e bestie, invertendola graduatoria delle evoluzioni, involvendo nella materialità chi li aveva traditi o ingannati (A,380)-
Tutte le religioni contengono il domma della reincarnazione e il cristianesimo cattolico ha una pratica quotidiana dei suoi sacerdoti che vuol ricordare e perpetuare il secreto. La dottrina secreta comprende e svolge tutta la evoluzione dell’anima umana non in una sola esistenza terrena, ma in una serie di lunghe vite che rappresentanola completa evoluzione dello spirito fino alla conquista della sua libertà primitiva(.A,376 e seg.)-
Nel processo reincarnativo di uno stesso individuo o degli individui di uno stesso gruppo o famiglia le forme corporee , la fisionomia, le singolarità dei tratti si riproducono: il perché va ricercato nell’influenza dello spirito da reincarnarsi (spirito,per intenderci, come residuo efflatuso respirato) sulla tessitura delle forme che devono rispondere alla potenzialità del suo carattere, e al suo dominio padronale. Questo è un enunciatoermetico che la scienza profana non può ammettere senza prove convincenti, ma l’ermetismo che lo accetta dimostra che tanto più il corpo fisico e grave deve obbedire alla propria mentalità (intelligenza e pensiero) per quanto esso non acquistò le sue forme che armonicamente create dal principio.(C,II,58n.)-
Un’anima che si disincarna, per quanto eterea, conserva gli elementi sublimati del suo corpo fisico che lascia, e psichicamente conserva la memoria latente di tutti gli avvenimenti che si sono svolti sotto i suoi sensi corporali.
Se un processo reincarnativo è possibile, la sua reincarnazione è determinata dalla maggiore affinità e simpatia dei caratteri psichici e fisici dei genitori putativi che si va a scegliere o che è costretta a scegliersi. I consanguinei sono più certamente i preferiti, e tra i consanguinei quelli che più psichicamente gli rassomigliano. L’atavismo, eredità psichica e morbosa, vuol dire già una predestinazione del rinato a un fine e ad una evoluzionedi vita che ha carattere determinativo.
L’atavismo psicologico e costituzionale è già un destino in embrione. Ma il fanciullo rinato è costretto nella morsa dell’educazione e della imitazione incosciente nei primi anni d’infanzia. All’epoca della pubertà nelle prime crisi di amore indefinito, il suo essere storico comincia a riaffacciarsi e l’adattamento all’ambiente nuovo diventa totale se per sua natura è passivo di suggestione, o parziale se il suo individuo occulto è ribelle a metà, o non vi è adattamento possibile se l’anima storica di lui è in contraddizione assoluta con i fattori della nuova vita. Il suo destino nel primo caso è in gran parte determinato dalla storia e dal carattere atavico; nel secondo dall’atavismo così come ora è inteso e dal ricordo più caratteristico della sua esistenza precedente; nel terzo dalla personalità occulta che nettamente delinea la vita nuova. (SM,II,259 )
Se nell’embrione che si sviluppa in una donna e percorre il suo cammino da infante ad adolescente si ammette che sia inclusa un’anima vecchia, una che ritorna sulla scena della vita dalla rappresentazione di una commedia umana precedente e chiusa, se si ammette la reincarnazione degli umani, bisogna convenire che l’adattamento al gruppo familiare e sociale nuovo o il riadattamento vecchio, rappresentano due fatiche di intensità differente. Nel primo caso se la famiglia o il gruppo sono nuovi è solo l’educazione o l’abitudine alle nuove forme e idee che agisce, inverniciando con uno strato nuovo la personalità anteriore che è posta non solo a tacere, ma a sonnecchia re poi a dormire .(SM,II,398 )
I reincarnati che emersero per doti o vizi sono riconoscibili quando rinascono nello stesso ambiente.
L'atavismo e l’eredità sono modi di osservazione della nostra scienza contemporaneache non ancora ammette la reincarnazione dei morti. Bisognerebbe studiar molto anche i caratteri delle infermità fisiche che si riproducono con costanza. (C,II,232)-
Ogni uomo può risvegliare la sua individualità quando la contribuzione dell’astralità dei genitori della sua carne o forma presente non costituisce tale un sostrato nuovo che inabissa l’antico.
Ogni uomo che nasce subendo l’astralità dei genitori, nel periodo della sua educazione nuova amalgama il fattore suo, principale o storico, ai fattori atavici e li cementa con una formadi adattabilità all’ambiente, direi con una vernice che è il frutto della sua esperienza pedagogica e acquista una fisionomia rinnovellata. (C,I,180)-
Noi insegniamo a non influire neanche sulla volontà dei bambini, onde l’uomo storico che vi si nasconde possa trovare la via più confacente alla propria evoluzione, indipendentemente dalla morale transitoria. (SM,II,94) -
La storia della vita passata è incisa sillaba a sillaba nel disco del fonografo umano, dell’uomo vivo, il karma secondo la concezione buddica; è la memoria istintiva di tutti i dolori , di tutte le pene, di tutti gli spasimi che ripudia ogni rifiorire di vecchie litanie di privazioni e immolazioni dell’essere, e aspira alla concezione della vita di uomini associati, dopo che si sono integrati nei loro poteri naturali e satannici.
I ricorsi del Vico vanno spiegati con l’identità storica occulta e costante degli uomini che fecero la storia anteriore a noi. I dolori umani e sociali hanno profonda radice nella coercizione dell’anima storica di ogni individuo.
Le manifestazioni incoscienti dei fanciulli sono i caratteri generali di ella loro opera antica. Il fabbro di tante vite si fa obbedir e dal ferro ; gente che non ha visto il mare, si sente nelle vene il diritto di dominare le onde, donne poverissime hanno il senso dell’eleganza più raffinata.
E’ impossibile che il mercante che abbia un’anima storica di mercante più o meno fenicio, non sia un mezzo ladro…
Se accertassimo con un “anagrafe” occulta che noi (cioè collettività) siamo sempre gli stessi sotto maschere diverse, ci potremmo mettere d’accordo per rendercimeno aspra la vita. (A,591 e n.)-
Piangere i morti? È meglio amarli perché per una legge ermetica che è legge occulta di natura, l’amore ci riunisce alle persone sparite: non perdute , ma sperdute.
Se io amo profondament e un fratello morto lo richiamo e lo ritrovo vivo, cioè in carne ed ossa, in abito nuovo.(C,II,414)-
Muori e ritorni se sei il chicco di grano biondo e non bacato…muori e non ritorni se la tua anima eterea è graveolente come il fango della tua materia corporea… La reincarnazione è una legge inesorabile come la morte…
Morte e rinascita: disfacimento e reincarnazione: mezzo trasmutatorio l’identico uriele che presiede alla combinazione della chimica dei laboratori, alla formazione dei cristalli, alla caduta del polline dalle antere, alla protuberante sovranità del caprone in un gregge di pecore, all’amore degli uomini, alle crisi grandiose degli elementi che distruggone vivificano…la verità è nella investigazione che una scuola prettamente positiva deve compiere in sé e per sé, cioè che ogni discepolo o affratellato deve dirigere dalla sua coscienza normale agli stati profondi della volgareincoscienza in cui si rinviene l’archivio delle nostre esistenze passate, prossime, prossimissime e lontane. E il problema della morte e della resurrezione per rinascita va studiato così.(SM,II,253-254-255-256)-
In una superchimica più intensamente intesa, amore è morte, come morte è amore integrativo di forme novelle – più precise, più consentanee ai bisogni del creatore, nella autocreazione de propria novella umanazione(SM,II,251) – …. io non vi dico che cosa saremo dopo morti.
Passeremo in un altro piano, per tornare nuovamente quaggiù, con l’eredità nostra, cioè col nucleo vitale, evoluto o no, a seconda che avremo o non avremo lavorato. Solo le anime evolute possono sapere ciò che furono nelle precedenti umanazioni… (Per eredità) non si deve intendere quella avuta dal babbo o dalla mamma ,perché quest’ultima eredità ha carattere secondario.
Il bambino che nasce ha il proprio nucleo vitale dotato di forza psichica, nucleo che gli viene dalle umanazioni anteriori, cioè nucleo che è l’eredità avuta da se stesso, la quale varia a seconda delle prove anteriormente subite e della volontà più o meno esercitata.
A questa eredità propria si unisce in piccola misura la forza psichica proveniente dal padre e dalla madre, cioè in una quantità tale che non è capace di modificare sostanzialmente la tonalità del nucleo vitale.
Se così non fosse, come si spiegherebbe, per esempio, che da genitori spregiudicati nasce talvolta un bambino religioso?
Un bambino – cioè – che ha spiccate tendenze morali assolutamente diverse da quelle dei genitori?
Ed egli le sue tendenze le sviluppa malgrado l’opposizione dei suoi educatori. Nell’essere umano, al didentro della forma carnale, vi è dunque il nucleo vitale che è il sostrato delle vite anteriori.
È questo nucleo che noi dobbiamo perfezionare, evolvere, educare.(SM,III, 233–234)-
Il desiderio di molti di conoscere la propria storia antica, ovvero la storia e la struttura della personalità riumanizzata, non può avere risposta, nei casi ordinari, che nell’esame degl’impulsi e degli istinti. Solamente quando la purificazione della coscienza propria è un fatto compiuto, il laboratorio di riserva o seconda volontà comincia, sulla coscienza moderna, a riprodurre le immagini stereotipate delle vite vissute, fino in taluni a raggiungere la possanza e l’onniveggenza di un demone che tutto sa, tutto conosce, tutto preannunzia, tutto può. (SM,II,160) -
Se noi siamo dei reincarnati, cioè dei morti che abbiamo rivestito nuove maschere umane, portiamo nel nostro intimo, sotto forma di istinto, o di memoria chiara e nebbiosa, o di impulsi incoscienti, la storia, il carattere storico permanenteche si è formao determinandola nostra individualità.
Cioè dopo tante vite ed in tante reincarnazioni il nucleo pensante nostro si è forgiato a caratteri spiccati e specifici in un modello eternamente resistente alle influenze che non combaciano con le nostre abitudini, con i nostri pensieri e con le nostre simpatie. Ecco quello che io chiamo uomo o individuo storico che è in noi. (D,142)-
Tutto ciò che l’uomo profondamente sente senza spiegarselo, appartiene all’occulto essere che è in noi, all’uomo antico, il quale agisce impulsivamente e rettamente secondo l’esperienza acquisita nella lunga serie delle sue reincarnazioni. Le sensazioni fisiche si spiegano coi sensi comuni a tutti gli uomini, ma i sentimenti che sono percezioni dell’anima, non possono – il più delle volte – spiegarsi senza la singola storia di un’anima umana, la quale conserva in sé memorie precedenti manifestantisi sotto formadi istinti.
L’amore, la carità, la simpatia, l’antipatia per cose e persone, le repulsioni e le attrazioni fatali, non sono che verità storiche dell’esperienza dell’anima umana.(SM,III,25 9)
L’uomo interiore è il papà (qui es, eris, fuisti); l’uomo cosciente, inibitore: per educazione, per idee inculcate, per ambiente nel quale si vive, per rispetto alle leggi morali, alle civili, alle penali, alle religiose, reprime ogni manifestazione della personalità storica (l’entità nascosta, il Saturno latente) appena questa non vive consenziente alla reazione del personaggio esterno e cosciente. (SM,II,393-394)- Dice l’uomo storico che è in noi,l’uomo antico che in ognuno di noi è reincarnato, io sono,fui, sarò, forma cabalistica anteriore e posteriore al Cagliostro. (A,590)-
Quello che modernamente si chiama nell’uomo corpo astrale fu detto e indicato da simboli che si potrebbero tradurre uomo lunare o corpo lunare, un essere o parte dell’essere umano che stabilisca il limite tra la coscienza presente e l’entità storica reincarnata; in questo, limite l’uomo storico interiore manifesta la sua tendenza sotto la manifestazione istintiva e l’uomo moderno esteriore ripone le conquiste di conoscenza esperimentale nuova.
Questa zona intermedia corrisponderebbe in molti punti ad un deposito della memoria più recente e ad un laboratorio sintetico per trasformare le sensazioni esteriori e i giudizi dell’uomo contemporane o a materiali di erudizione che vanno ad assimilarsi alla entità storica occulta. Ho adoperato la parola memoria non a caso. Lo stato di non coscienza è stato di oblio: il sonno nell’uomo ordinario è come l’anestesia delle sensazioni patologicheo semplicemente normali; i sogni, di cui già parecchi studiosi si occupano dal punto di vista della psicologia e della fisiologia, dovranno essere esaminati alla luce dell’influenza interiore della entità storica sull’elaborazione delle immagini reali più recentemente in possesso della nostra psiche… L’individuo o personalità occulta sarebbe laboratorio di riserva mentale, ove tutto il passato e le nuove cognizioni sono sinteticamente custodite. (C,II,143-144 e n.)-
L’uomo non ha mai la neutralità necessaria nel giudicare le sensazioni al loro giusto e preciso valore.
Questo è un enunciato che voi potete esaminare sperimentalmente in voi e negli altri. L’uomo, che nel colmo della sua potenza percettiva può essere neutro, che può cioè conservare la coscienza serena, intatta, separata dalla sensazione e pronta a giudicarla senza interesse alcuno, è di dieci chilometri più su di tutto il livello della folla umana.
Le sensazioni pervengono al nostro cervello non solo modificate dal nostro interesse, filtrate attraverso le piccole passioni del momento, secondo la nostra coscienza e le abitudini delle cose sentite, ma anche attraverso i ricordi del nostro individuo storico.(D, 140-141)-
Il vero personaggio storico che è in ogni uomo, non dimentica e non tace neanche negli esseri più idioti: rappresentando la coscienza oscura di ognuno che viene sulla terra, l’entità antica si presenta in tutte le crisi violentemente con manifestazioni impulsive e nella vita pacifica quotidiana con manifestazioni strettamente e tacitamente istintive. (C,II,154-155)-
In noi una parte è antica e una seconda è recentissima. Questa parte antica (l’uomo storico) è il midollo, il centro, la fava dell’uomo esteriormente visibile, ragionante con una coscienza formata dalle sensazioni e dall’adattamento della sua mentalità all’ambiente in cui opera…
La nostra filosofia ieratica o semplicemente pitagorica ammette come fondamentale l’idea che in noi, come si è detto innanzi, una parte è antica (uomo storico) e una seconda è recente.
La parola scientifica rappresentante questo individuo storico che è la nostra anima solare involuta in un nembo di nera nebbia, non è ancora fabbricata, ma neanche nelle religioni contemporanee vi è una concezione della personalità storica in noi,che non è anima sola o spirito o efflato puro, ma un insieme di materia, di spirito, di tradizione, tendenza e ricordo di un’attività speciale che arriva alla nostra coscienza di uominiviventi e vegetanti come il mentorepei personaggida commedia, nei momenti più critici di oblio e di impotenza. (SM,II,388 e seg.)-
L’integrazione dell’uomo comincia quando la personalità cosciente combacia con la coscienza dell’uomo occulto e storico. Chi non capisce questo, è inutile che si metta a fare saggi di magia, perché è destinato ad un insuccesso ogni quarto d’ora.(SM,II,48)-
Allora solamente il noviziato ermetico accenna a dare i suoi frutti, quando la coscienza è libera di valutare una doppia corrente: la sensoria o sensitiva che ci arriva dalla periferia; la istintiva, che comincia a denudare le tendenze dell’uomo antico in noi.(SM,II,16 0) -
Nella simbologia lineare dei cabalisti, il triangolo col vertice in su è la vita palese, cosciente, visibile e sensibile… Se il triangolo è capovolto, come un cuneo infisso nella profondità della terra, è la vita occulta, misteriosa, nel buio non sondabile della morte dell’uomo, l’uomo vitale nel suo incosciente, l’astrale nebbioso, oscuro, profondo, che non appartiene più alla vita esteriore visibile.
Il doppio triangolo cioè penetrazione dei due, in modo che il livello terreno si ferma all’intersecazione media dei lati, è il tipo del mago, uomo integrato tra l’apparente coscienza esteriore (triangolo in alto ) e l’occulto della sua coscienza (triangolo inferiore) che tiene luogo del dio occulto con tutto il suo appannaggio di poteri. (SM,II,390 )
Coloro che sono più progrediti e che veggono, odono, sentono e discorrono con quest’essere interiore, ne arrivano a percepire tutti i palpiti, tutti i sentimenti, tutte le più leggere oscillazioni fino a comprenderne il linguaggio più fulmineamente elettrico, più caratteristicamente sensibile.
Questi individui più progrediti hanno il dovere di insegnare agli altri la esistenza di quest’amico interiore che ognuno porta con sé, di consigliare i modi più elementari per meglio entrarvi in rapporto e, tra le altre necessità, spiegare agli afflitti, agli infelici, ai sordi, ai presuntuosi, che l’uomo progredito non ha bisogno di scienze vane e teorie insane, e che il libro della sapienza eterna gli è aperto appena è in grado di intendere il linguaggio della sfinge enigmatica di cui egli stesso è il tabernacolo sacro. (SM,III,534)
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