Una leggenda ebraica
(Dagli scritti di Giuliano Kremmerz)
Una leggenda ebraica merita di essere raccontata perché coloro che si
accingono a operare in magia se ne ricordino per tutta la vita.
Ascoltatemi e comprendetemi.
Un ricco ebreo passeggiava nel suo giardino e accortamente ghermì un uccellino per la coda.
Ma la sua meraviglia fu grande quando sentì che l’uccellino parlava e gli diceva:
- Potente signore, lascia a un povero uccellino la libertà e la vita; a che cosa io ti posso servire? Non sono bello per le mie piume, non canto armoniosamente, non valgo neanche un buon boccone perché sono magro... Deh! lasciami, ché se mi lasci io ti dirò tre massime che formano la scienza di tutti i tempi.
- Ebbene, disse l’ebreo, se è così, dimmi le tre massime e io ti darò la libertà.
- Eccoti servito – rispose l’uccello – se vuoi non esser pazzo ricordati di queste tre cose:
1. Non pensare mai a quello che è passato e che non torna più.
2. Non desiderare quello che non puoi avere.
3. Non credere alle cose impossibili.
- Bravo! disse l’ebreo, le tre massime mi piacciono e mantengo la promessa.
Aprì la mano e l’uccellino volò via.
Ma appena posato su di un albero cominciò a ridere pazzamente.
L’ebreo sconcertato gli domandò:
- Uccellino, perchè ridi?
- Rido perché c’è da piangere sulla debolezza della ragione umana. Tutti gli uomini hanno la superbia della ragione e per questo deviano dalla verità e perdono tutto.
- E a qual proposito dici ciò?
- Dico ciò perché mi hai concesso a buon mercato la libertà e seguendo la tua ragione hai perduto un tesoro, perché è vero che io non ho belle penne, è vero che non ho un bel canto e non sono un buon boccone; ma se tu avessi aperto il mio ventre vi avresti trovato un brillante grosso tre volte un uovo di gallina e saresti il più ricco della terra.
L’ebreo restò stupito. Indi disse:
- Ma sciocco sei tu che preferisci la tua libertà alla tiepida stanza in cui ti avrei messo e ti metterei, con erbe sempre fresche e grano sceltissimo... perché non vieni?
Ma l’uccello continuò a ridere e disse:
- Voi altri uomini sapienti non dovete mai dimenticare ciò che avete appreso e mai la ragione dovete offuscare con il desiderio. Sono appena pochi istanti e ti ho dato tre massime e ora le hai già dimenticate? Ti ho detto di non pensare alle cose passate e tu ci pensi. Non desiderare ciò che non puoi avere e tu scioccamente desideri che io venga a farmi squartare. Non credere alle cose impossibili e tu credi che il mio corpicino racchiuda un brillante più grosso del mio corpo.
Così ridendo si allontanò e l’ebreo restò per la seconda volta compreso di meraviglia.
La leggenda è preziosa.
L’ho raccontata perché il lettore e discepolo non dimentichi, ora che abbiamo a fare molta pratica, queste tre cose: la magia è scienza perfetta perché è ragione assoluta, è giustizia ed è amore.
Violate queste tre massime e non riuscirete in nessuna opera.
Ascoltatemi e comprendetemi.
Un ricco ebreo passeggiava nel suo giardino e accortamente ghermì un uccellino per la coda.
Ma la sua meraviglia fu grande quando sentì che l’uccellino parlava e gli diceva:
- Potente signore, lascia a un povero uccellino la libertà e la vita; a che cosa io ti posso servire? Non sono bello per le mie piume, non canto armoniosamente, non valgo neanche un buon boccone perché sono magro... Deh! lasciami, ché se mi lasci io ti dirò tre massime che formano la scienza di tutti i tempi.
- Ebbene, disse l’ebreo, se è così, dimmi le tre massime e io ti darò la libertà.
- Eccoti servito – rispose l’uccello – se vuoi non esser pazzo ricordati di queste tre cose:
1. Non pensare mai a quello che è passato e che non torna più.
2. Non desiderare quello che non puoi avere.
3. Non credere alle cose impossibili.
- Bravo! disse l’ebreo, le tre massime mi piacciono e mantengo la promessa.
Aprì la mano e l’uccellino volò via.
Ma appena posato su di un albero cominciò a ridere pazzamente.
L’ebreo sconcertato gli domandò:
- Uccellino, perchè ridi?
- Rido perché c’è da piangere sulla debolezza della ragione umana. Tutti gli uomini hanno la superbia della ragione e per questo deviano dalla verità e perdono tutto.
- E a qual proposito dici ciò?
- Dico ciò perché mi hai concesso a buon mercato la libertà e seguendo la tua ragione hai perduto un tesoro, perché è vero che io non ho belle penne, è vero che non ho un bel canto e non sono un buon boccone; ma se tu avessi aperto il mio ventre vi avresti trovato un brillante grosso tre volte un uovo di gallina e saresti il più ricco della terra.
L’ebreo restò stupito. Indi disse:
- Ma sciocco sei tu che preferisci la tua libertà alla tiepida stanza in cui ti avrei messo e ti metterei, con erbe sempre fresche e grano sceltissimo... perché non vieni?
Ma l’uccello continuò a ridere e disse:
- Voi altri uomini sapienti non dovete mai dimenticare ciò che avete appreso e mai la ragione dovete offuscare con il desiderio. Sono appena pochi istanti e ti ho dato tre massime e ora le hai già dimenticate? Ti ho detto di non pensare alle cose passate e tu ci pensi. Non desiderare ciò che non puoi avere e tu scioccamente desideri che io venga a farmi squartare. Non credere alle cose impossibili e tu credi che il mio corpicino racchiuda un brillante più grosso del mio corpo.
Così ridendo si allontanò e l’ebreo restò per la seconda volta compreso di meraviglia.
La leggenda è preziosa.
L’ho raccontata perché il lettore e discepolo non dimentichi, ora che abbiamo a fare molta pratica, queste tre cose: la magia è scienza perfetta perché è ragione assoluta, è giustizia ed è amore.
Violate queste tre massime e non riuscirete in nessuna opera.
Giuliano Kremmerz
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