« Ogni
cosa che si fa torna indietro tre volte nel bene e tre volte nel male.
Se si fa del bene si riceverà tre volte il bene, se si fa del male si
riceverà tre volte il male. Non bisogna però fare del bene nell'attesa
della ricompensa »
In verità la «Legge del Tre» è spesso interpretata come un principio
morale frutto di una sorta di «Giustizia Suprema» in base alla quale se
una persona opera il bene le ritornerà del bene, viceversa se opera il
male le ritornerà del male.
Detta legge è assimilabile al concetto di «Karma» il quale indica, presso le religioni e le filosofie indiane (o originarie dell’India), la così detta legge di «causa-effetto», un principio di concatenazione secondo il quale ogni singola azione provoca una reazione.
Detta legge è assimilabile al concetto di «Karma» il quale indica, presso le religioni e le filosofie indiane (o originarie dell’India), la così detta legge di «causa-effetto», un principio di concatenazione secondo il quale ogni singola azione provoca una reazione.
Va da se che le azioni e i pensieri malvagi sono sempre e comunque da evitare. D’altronde è risaputo che «chi semina vento raccoglie tempesta».
Siamo dell’avviso che bisogna sempre tener presente che la Magia è innanzitutto un «cammino spirituale».
Siamo dell’avviso che bisogna sempre tener presente che la Magia è innanzitutto un «cammino spirituale».
Ciò implica sicuramente che il mago, nei suoi pensieri, parole, opere e omissioni, agisca con una salda «volontà di elevarsi» verso i regni dello Spirito e dell’Universale, distaccandosi nettamente dal mondo puramente materiale e dall’egoismo individuale.
Come a questo punto si sarà compreso, per chi nella Magia vede una grande possibilità per trascendere la nostra povera condizione umana, verso i regni dello Spirito, il «colpo di ritorno» è un dettaglio del quale è quasi superfluo curarsi.
Se avete fatto un rituale magico per procurare la morte del vostro
vicino di casa, potete ragionevolmente attendervi un colpo di ritorno
dalle conseguenze terribili che colpirà voi o le persone a voi care
(familiari, parenti, amici, ecc.).
Invece se il rituale magico aspirava a migliorare la vostra situazione materiale o ad aiutare qualcuno, va da sé che ciò che vi raggiungerà sarà, evidentemente, un male di gravità inferiore. In pratica si tratta di una sorta di «legge Universale» dalla quale nessuno può sfuggire.
Dicevamo che anche i pensieri determinano un’azione magica. La causa di ciò è da ricercarsi nel così detto «Astrale».
Secondo la teoria non appena una persona desidera agire in un qualsiasi modo su altri individui formula dei pensieri. Se la sua forza di volontà è sufficiente, allora entrerà in contatto con il «mondo Astrale», ovvero una dimensione che non è né quella della Materia, né quella dello Spirito. Si tratta invero di una sfera intermedia: la sfera delle emozioni.
Ora, i pensieri (sia positivi sia negativi) vanno a imprimersi nell’Astrale. Giacché detta dimensione collega tutti gli esseri viventi, è proprio grazie a questa che un pensiero può tradursi involontariamente in vere e proprie «azioni magiche» con conseguente «colpo di ritorno».
Per questa ragione il miglior consiglio che si possa dare è quello di stare ben attenti a ciò che si pensa. Le molte tradizioni popolari, italiane e straniere, hanno conservato molti rimedi scaramantici per proteggere e proteggersi dai pensieri negativi volontari e involontari provenienti da se stessi e dagli altri.
Tuttavia questi metodi non risolvono il problema, lo circoscrivono solamente e, a volte, portano alla luce con più forza ed evidenza i limiti di tale procedimento. Infatti, nonostante le grandi attenzioni scaramantiche che si usano da secoli, l’invidia, l’odio e il risentimento finiscono sempre per fare vittime.
Per quanti scongiuri possiamo fare per esorcizzare l’eventuale pensiero d’invidia che è subdolamente e involontariamente nato in noi, alla fine, l’inconscio ci gabberà e saremo tiratori o bersagli di simili attacchi con tutte le conseguenze del caso.
Non possiamo imbrigliare la nostra natura, possiamo solo conoscerla e, secondariamente, dirigerla. Per questo, a nostro parare, la migliore soluzione è allenarsi a una forte «disciplina morale» che porti in luce la nostra migliore natura.
Invece se il rituale magico aspirava a migliorare la vostra situazione materiale o ad aiutare qualcuno, va da sé che ciò che vi raggiungerà sarà, evidentemente, un male di gravità inferiore. In pratica si tratta di una sorta di «legge Universale» dalla quale nessuno può sfuggire.
Dicevamo che anche i pensieri determinano un’azione magica. La causa di ciò è da ricercarsi nel così detto «Astrale».
Secondo la teoria non appena una persona desidera agire in un qualsiasi modo su altri individui formula dei pensieri. Se la sua forza di volontà è sufficiente, allora entrerà in contatto con il «mondo Astrale», ovvero una dimensione che non è né quella della Materia, né quella dello Spirito. Si tratta invero di una sfera intermedia: la sfera delle emozioni.
Ora, i pensieri (sia positivi sia negativi) vanno a imprimersi nell’Astrale. Giacché detta dimensione collega tutti gli esseri viventi, è proprio grazie a questa che un pensiero può tradursi involontariamente in vere e proprie «azioni magiche» con conseguente «colpo di ritorno».
Per questa ragione il miglior consiglio che si possa dare è quello di stare ben attenti a ciò che si pensa. Le molte tradizioni popolari, italiane e straniere, hanno conservato molti rimedi scaramantici per proteggere e proteggersi dai pensieri negativi volontari e involontari provenienti da se stessi e dagli altri.
Tuttavia questi metodi non risolvono il problema, lo circoscrivono solamente e, a volte, portano alla luce con più forza ed evidenza i limiti di tale procedimento. Infatti, nonostante le grandi attenzioni scaramantiche che si usano da secoli, l’invidia, l’odio e il risentimento finiscono sempre per fare vittime.
Per quanti scongiuri possiamo fare per esorcizzare l’eventuale pensiero d’invidia che è subdolamente e involontariamente nato in noi, alla fine, l’inconscio ci gabberà e saremo tiratori o bersagli di simili attacchi con tutte le conseguenze del caso.
Non possiamo imbrigliare la nostra natura, possiamo solo conoscerla e, secondariamente, dirigerla. Per questo, a nostro parare, la migliore soluzione è allenarsi a una forte «disciplina morale» che porti in luce la nostra migliore natura.
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