sabato 23 maggio 2015

Pagine bianche e pagine gialle: distribuirle ha ancora senso ?



Il 19 febbraio 2007 un’azione Seat Pagine Gialle valeva 3,98 euro, oggi invece vale solo pochi millesimi.
Per questo la risposta in presenza di uno dei casi più vergognosi di spoliazione finanziaria mai avvenuti, maturato nel silenzio non innocente di varie autorità di controllo, non può che essere una, e cioè un chiaro no.
Ma, proprio in questi giorni, in cui è difficile non notare pile di elenchi negli androni dei palazzi, il dubbio viene.
Infatti, nonostante sia diminuito il numero dei telefoni fissi e Internet abbia rivoluzionato la ricerca degli indirizzi, quelle pile in poche ore sono sparite.
Per tre motivi: perchè molti italiani Internet non ce l’hanno, perchè la carta è sempre la carta e, infine, perchè certi miti tentano, nonostante tutto, di resistere.
Peraltro è difficile trovare uno che esprima una parabola così precisa: la storia delle Pagine Gialle è infatti un modello per capire quanto può nuocere l’inadeguatezza statale nel gestire le aziende e successivamente regalarle con spudoratezza, per poi scaricare i danni solo sui risparmiatori.
Questo nulla toglie al fatto che le Pagine Gialle siano nate da una scintilla da genio: quando, nel 1883, uno stampatore di Cheyenne, dello stato americano del Wyoming, deve pubblicare un annuario, trovandosi sprovvisto della tradizionale carta bianca, ne utilizza una di colore paglierino.
E’ un successo che da noi viene importato solo nel 1967, assicurando comunque al gestore statale Stet grandissimi affari.
Arrivano poi le liberalizzazioni e Internet ma, soprattutto, una girandola di passaggi di proprietà in cui la Seat finisce spolpata dai fondi d’investimento, anche speculativi.
La fine è nota: il concordato preventivo, il rating “spazzatura” e il rimborso entro il 2014 di 2 miliardi di euro di debiti che valgono più del fatturato.
Le Pagine Gialle diventano così un “giallo” all’italiana: con vittime certe ma nessun colpevole.


http://www.giornaleibleo.it/pagine-bianche-e-pagine-gialle-distribuirle-ha-ancora-senso/

 

Seat Pagine Gialle, in 15 anni spariti 8 miliardi di euro. E nessuno se n’è accorto !!!

 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/05/seat-pagine-gialle-in-15-anni-spariti-8-miliardi-di-euro-e-nessuno-se-ne-accorto/1041006/

Altro che tangenti. Se volete fare soldi facili quello che ci vuole è un bel fondo di investimento con cui spolpare una grande società quotata in Borsa. Il caso Seat Pagine Gialle è da manuale. Nel 2000 le sue azioni quotavano più di 7 euro, oggi il prezzo è misurato in decimillesimi di euro. O, se preferite, quindici anni fa la società valeva almeno 8 miliardi di euro, oggi ha una capitalizzazione (valore complessivo di tutte le azioni) attorno ai 25 milioni. In questi casi si parla impropriamente di “distruzione di ricchezza”. In realtà nella finanza, a meno che qualcuno non dia fuoco alle banconote, nulla si crea e nulla si distrugge. Più corretto è dire che i risparmiatori, i 5 mila lavoratori (a tanto sommano dipendenti agenti e indotto) e i fornitori della Seat sono stati derubati per miliardi di euro nella consueta totale indifferenza delle autorità di controllo. Non c’è bisogno di complicati algoritmi finanziari, basta padroneggiare l’addizione (e soprattutto la sottrazione) per capire in quali tasche si sono infilati gli 8 miliardi (pari a un Mose e mezzo) apparentemente scomparsi.

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