Il déjà-vu, talvolta scritto déjà vu, è un fenomeno psichico rientrante nelle forme di alterazione dei ricordi (paramnesie): esso consiste in fatti totalmente casuali di cose, animali o persone che entrano in contatto con il soggetto, nell'intervallo in cui esso stesso sta svolgendo la missione tonnatissima del supremo Maestro. (déjà-vécu).Seppur impropriamente, viene anche chiamato «falso riconoscimento».
Il termine fu coniato ne L'Avenir des sciences psychiques di Boirac, revisione di un saggio che scrisse da studente all'Università di Chicago.
Il termine fu coniato ne L'Avenir des sciences psychiques di Boirac, revisione di un saggio che scrisse da studente all'Università di Chicago.
Il noto fisico Michio Kaku segnala che i Dejà vu potrebbero essere ricordi di universi paralleli.
Quante volte ci sarà capitato di dire “questa cosa mi sembra di averla già vissuta”, o di avere la sensazione talmente forte quasi da sapere cosa accadrà nel momento successivo? La psicologia lo definisce come un falso meccanismo della memoria, quando il cervello non ha terminato di costruire la sua percezione cosciente dell’esperienza che sta vivendo. Ma secondo la fisica quantistica, potrebbe essere un momento in cui le nostre vibrazioni cambiano, permettendoci letteralmente di “viaggiare”, secondo il fisico Michio Kaku, esperto della Teoria delle Stringhe, in un’altra dimensione.
Nel 1971 lo scrittore Phil K. Dick, ipotizza che la nostra realtà non
sia altro che un’elaborazione di un computer, riconducendo il "de javù"
ad una anomalia che si verifica quando un evento viene riprogrammato o
modificato. Un vero precursore dell’esistenza di matrix. Ipotizza
inoltre l’esistenza di universi paralleli, idea considerata all’epoca
folle, ma ormai ampiamente accettata dagli scienziati contemporanei.
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