sabato 26 settembre 2015

Inside Out e le 5 Emozioni

 

«Inside Out», il nuovo cartone animato della Pixar ambientato dentro il cervello di una ragazzina di undici anni, è un’opera geniale e coraggiosa. Ci vuole genio per trasformare le emozioni umane nei personaggi di una storia. E ci vuole coraggio per rivendicare, tra queste emozioni, il ruolo fondamentale della tristezza, raffigurata come una bambina occhialuta, goffa e blu: il colore dello spirito. Per buona parte del film la tristezza si accompagna alla gioia come un intralcio, una ganascia conficcata nelle ruote dell’ottimismo e della felicità. Ma alla fine la sua importanza verrà riconosciuta.

Non così nella vita vera, dove la tristezza è stata espulsa da qualsiasi discorso pubblico e privato. Trattata come un segnale di debolezza, una forma di sabotaggio. Lo sforzo quotidiano di un genitore consiste nell’allontanare dal figlio il fantasma della tristezza, quasi fosse una condanna a morte anziché un’occasione di vita. Ma un po’ tutti ne hanno paura e fastidio, a cominciare dagli imbonitori della politica che ci vorrebbero pervasi da un entusiasmo ilare e beota.

Per il pensiero dominante la tristezza non consuma e non comunica, si nutre di astinenze e di silenzi, è antieconomica e dannosa. Occorreva un cartone animato per ricordarci che un uomo incapace di accogliere la tristezza è un automa. Non solo perché la gioia senza tristezza perde significato, come la luce senza il buio. È che la tristezza sa aprire squarci che permettono di guardarsi dentro da una prospettiva nuova. Rende consapevoli. Dunque umani.
by Massimo Gramellini
  (LA STAMPA 16/09/2015)

Storia : Protagoniste indiscusse sono proprio loro, le emozioni, 5 per l’esattezza: Rabbia, Gioia, Paura, Tristezza e Disgusto. Risiedono nel quartier generale della mente di Riley, la piccola protagonista. E’ infatti qui che si gioca l’avvincente trama finché, in un momento particolare, Gioia e Tristezza finiscono in un altro angolo del cervello, lontane dalla loro postazione privilegiata. Il viaggio che sono costrette ad affrontare per far ritorno al quartier generale serba loro piccole e grandi sorprese.

Inside Out ci insegna a volere bene a “Tristezza”, a non rimuovere o oscurare questa emozione in nome di una positività evidentemente forzata. Il sorriso gioioso dell’infanzia prima o poi, è inevitabile, si spezza. Succede quando dobbiamo confrontarci con i problemi della vita, con le prime delusioni, le paure e i fallimenti. Ecco che allora Tristezza viene a farci visita, a insinuare la nostra felicità puerile. L’emozione in se stessa non è negativa ma lo diventa se prende il sopravvento, risucchiando nel suo vortice tutto ciò che l’attornia. D’altra parte Gioia, essendo eternamente gioiosa, non è affatto onnipotente (come nella fase infantile) poiché ignora la lingua di chi soffre, risultando insensibile verso chi sperimenta il dolore. Solo unite in un abbraccio queste due emozioni contrastanti diventano costruttive. 
by Laura De Rosa


Non c’è Gioia senza Tristezza, non c’é Tristezza senza Gioia.


 RABBIA


PAURA


GIOIA


TRISTEZZA


DISGUSTO


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"Giuliano Kremmerz" - L'Uomo

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