Cosa è l'Isis ?
Il 29 giugno 2014, il gruppo di jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) - più noto come Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Isis) - annunciano la creazione di un califfato islamico nei territori controllati tra Siria e Iraq, nominando come proprio leader Abu Bakr al-Baghdadi, “il califfo dei musulmani”.
“Le parole ‘Iraq’ e ‘Levante’ sono state rimosse dal nome dello Stato
Islamico nei documenti ufficiali”, precisa in quella occasione il
portavoce dell’Isis, Abu Mohammad al-Adnani. L'obiettivo, infatti, è di ridefinire i confini del Medio Oriente.
Chi è Abu Bakr al-Baghdadi?
Nato a Samarra nel 1971, al-Baghdadi si trasferisce a Baghdad all’età
di 18 anni. Consegue un dottorato in studi islamici e frequenta la
moschea di Tobchi, un quartiere povero della capitale irachena dove
convivono sciiti e sunniti.
Tra il 1996 e il 2000 vive in Afghanistan. Nel 2005 l'esercito
americano lo reclude a Camp Bucca, un centro di detenzione nel sud
dell’Iraq. Nel 2009, quando la prigione di Camp Bucca chiude,
al-Baghdadi viene rilasciato.
Nel giugno 2014 inizia l’avanzata dell'Isis: Mosul, Tikrit e la
raffineria di Baiji sono le principali conquiste, dove le milizie sotto
la sua guida saccheggiano case, assaltano banche ed eseguono esecuzioni
sommarie.
Il 2 marzo 2015, 30mila soldati dell'esercito iracheno hanno lanciato
una controffensiva per riprendere il controllo di Tikrit, primo passo
verso la riconquista anche di Mosul, la seconda città più importante
dell'Iraq.
Cospirazionismo? Decidete voi. Ma che direste sapendo che la tesi
della ‘regia occulta’ ha avuto l’avallo anche ai massimi livelli
dell’amministrazione di Washington? Ne ha parlato il n. 2 di Barack
Obama, Joe Biden, vice-presidente degli Stati Uniti. In
un discorso tenuto all’Università di Harvard, in Massachusetts, Biden
(notoriamente incline alle gaffe) ha accusato i paesi alleati Usa nel
Golfo – Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar – di non
fare abbastanza per combattere Isis e, peggio, di essere loro i
finanziatori del gruppo che ha preso il posto di Al-Qaeda (surclassando
in un anno i seguaci di Osama bin Laden per brutalità, strategia, soldi e marketing mediatico).
Basta rileggersi il trascript di un programma andato in onda su Cnn il 7 ottobre 2014 per averne conferma – Joe Biden: “Hanno
fatto piovere centinaia di milioni di dollari e decine di migliaia di
tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse in grado di combattere
contro Assad, peccato che chi ha ricevuto i rifornimenti erano… al
Nusra, al Qaeda e gli elementi estremisti della Jihad provenienti da
altre parti del mondo”.
L’amministrazione Obama ha presentato scuse formali e ritrattazioni.
Ma in privato, funzionari della Casa Bianca ammettono che “mentre il
vice-presidente è stato poco diplomatico, la sua posizione non è errata
quando dice che soldi e armi sono finiti nelle mani di estremisti”.
Corollario: le frasi dell’unico “uomo onesto a Washington” (come è stato
definito Biden) unite alla dichiarazione di Rand Paul sul ruolo dei falchi repubblicani,
in pratica ufficializzano l’asserzione secondo cui dietro Isis ci sono i
paesi arabi alleati dell’America con la regia del governo di
Washington.
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